La pillola-telecamera sta ormai entrando negli
ospedali, destinata a diventare uno strumento di routine nelle
analisi endoscopiche nei reparti di Gastroenterologia.


Si è conclusa infatti la sperimentazione coordinata dal
Policlinico di Milano e condotta anche a Torino e Roma, su un
totale di 60 pazienti. Altri test erano partiti nello scorso
anno nell’università Cattolica di Roma e al San Martino di
Genova. Positivi i risultati ottenuti e in almeno due casi la
capsula si è rivelata un salvavita, rivelando in un caso una
perdita di sangue che era sfuggita ai normali esami e in un
altro caso un tumore gastrointestinale maligno all’inizio della
formazione. La pillola-telecamera che esplora stomaco e intestino,
somiglia alla capsula di un antibiotico. Misura 27 millimetri
per 11 e al suo interno è equipaggiata con una microtelecamera
alimentata da due batterie, che le permette di inviare due
immagini al secondo. Grazie a un sistema di antenne, alcune
delle quali a bordo della capsula e altre fissate sull’addome
del paziente, le immagini vengono inviate a un registratore. Per
vedere il fimato basta collegare il registratore a un computer,
e le immagini vengono quindi analizzate dal medico. Il costo
della capsula usa-e-getta è di circa 800.000 lire.