Il cervello è in grado di riparare
da solo i danni causati da ictus e violente crisi epilettiche.
Nei topi, infatti, le cellule neuronali primitive migrano
attraverso la materia grigia fino a raggiungere la parte malata
e si trasformano in nuovi neuroni.


E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’università del
Michigan e presentato nel corso del convegno dell’American
Association for the Advancement of Science in svolgimento a
Boston. La scoperta, affermano gli scienziati, potrebbe un
giorno consentire di mettere a punto terapie che stimolino il
processo di autoriparazione cerebrale.
”Nelle cavie -spiega Jack Parent, coordinatore della
ricerca- gli attacchi epilettici ripetuti e prolungati o gli
ictus inducono i neuroblasti, cioè le cellule precursori dei
neuroni, a moltiplicarsi formando una catena neuronale che migra
nel cervello fino all’area danneggiata. La cosa affascinante è
che queste cellule, che altro non sono che una via di mezzo tra
le cellule staminali e i neuroni veri e propri, si attivano per
entrambe le lesioni”. Ancora sconosciuto il meccanismo che
attiva lo spostamento e la maturazione delle cellule. La formazione di nuovi neuroni è stata dimostrata con
biopsie del cervello delle cavie a 2 e 5 settimane da un ictus o
un attacco epilettico indotto. ”Dopo 14 giorni -sottolinea
Parent- il numero dei nerobalsti migranti verso la lesione era
in forte crescita e passati 35 giorni alcune cellule si erano
già trasformate in neuroni con caratteristiche adatte all’area
danneggiata”.
Il meccanismo di autoriparazione del cervello però,
affermano gli scienziati, può avere anche delle
controindicazioni. Non tutte le catene di neuroblasti riescono
infatti a raggiungere la zona malata e se si formano nuovi
neuroni nella zona sbagliata possono diventare cellule
ipereccitabili che alterano la funzionalità cerebrale. ”Per
questo -conclude Parent- la strada per la messa a punto di una
terapia in grado di controllare il processo naturale di
formazione di nuovi neuroni, sarà lunga e difficile”.