Un totale di 13.151 irregolari su 21.199 controlli eseguiti in soli quattro mesi, tra luglio e ottobre. E’ scattato il piano dei controlli contro il sommerso, l’altra faccia della normativa in favore dell’emersione, e dall’Agenzia delle Entrate arrivano i primi risultati del Piano Straordinario di Accertamento al quale hanno collaborato anche la Guardia di Finanza il Ministero del Lavoro l’Inps e l’Inail.


In media ogni 100 controlli sono emerse 62 posizioni irregolari: ma la percentuale e’ piu’ alta al Sud, dove il numero dei lavoratori non in regola sale a 76 per 100 controlli, e scende nel Nord Ovest dove solo la meta’ delle verifiche evidenzia lavoro in nero.
”L’ attivita’ di contrasto – spiega l’ Agenzia delle Entrate tirando le somme del lavoro svolto da luglio al 31 ottobre – verra’ ulteriormente potenziata durante i prossimi mesi”.
Per la realizzazione del piano di controlli – le cui linee guida erano state fissate da una delibera del Cipe del giugno scorso – sono state utilizzate tecniche specifiche e mirate, calibrando le verifiche in base ai soggetti e i settori d’ intervento.
I lavoratori stranieri sono stati cosi’ avvicinati con l’ aiuto di interpreti e gli accessi nelle aziende sono avvenuti anche di sera o di notte, e comunque negli orari piu’ adatti per ottimizzare l’ efficacia dei controlli. Controlli specifici, che l’Agenzia delle Entrate definisce ”significativi”, sono stati svolti nei confronti dell’ imprenditoria cinese in Toscana e Campania ed hanno consentito di scoprire un giro di false fatture per operazioni inesistenti che daranno ulteriori sviluppi alle indagini. Verifiche sono poi state fatte in Emilia Romagna con riferimento alla manodopera impegnata in agricoltura e in Sardegna per le attivita’ di tipo stagionale.
I dati di sintesi mostrano che ad avere maggiore efficacia sono stati i controlli nelle regioni del Sud: 5.210 verifiche fatte nelle aziende hanno consentito di scoprire 3.957
lavoratori in nero con un rapporto di 76 dipendenti irregolari ogni 100 controlli sulle imprese. Il rapporto tra controlli su imprese e lavoratori irregolari scoperti e’ invece del 63,6% nelle isole dove con 2.818 accertamenti sono state individuate 1.793 posizioni irregolari. Circa 6 lavoratori in nero su 10 controlli sono poi quelli individuati nelle regioni del Centro (4.247 controlli su aziende , 2.576 posizioni irregolari) e del Nord Est (3.202 controlli, 1.960 irregolari). La percentuale di ”positivita”’ piu’ bassa e’ quella del Nord Ovest: qui a fronte di 5.722 accertamenti eseguiti sono 2.865 le posizioni irregolari, con una media di un lavoratori in nero scoperto ogni due controlli.
Il lavoro degli ispettori dell’ amministrazione Finanziaria delle Fiamme Gialle, del Ministero del Lavoro e degli Enti di Previdenza sono stati preparati con cura. Per rilevare la presenza di rapporti di lavoro irregolari le diverse amministrazioni hanno predisposto un programma concordato di accessi mirati, da eseguire presso i luoghi di svolgimento delle attivita’. Duplice l’ obiettivo: lo svolgimento delle verifiche nei settori piu’ a rischio di violazione; dare uno stimolo all’ utilizzo delle norme per l’ emersione. I comparti sottoposti al maggior numero di accessi sono stati quelli del commercio, della riparazione auto e della vendita di beni per la casa (1.202
controlli nel complesso), seguiti dalle verifiche in alberghi e ristoranti (771), nel settore manufatturiero (770) e in quello delle costruzioni (578).
Dai dati – spiega l’Agenzia delle Entrate – emergono alcuni elementi significativi come ”l’ efficacia del coordinamento, nazionale e regionale, tra le amministrazioni interessate” e ”la collaborazione tra gli enti a livello regionale che si e’ concretizzata anche attraverso contatti informali e in alcuni casi si e’ spinta sino ad organizzare corsi comuni per la formazione degli addetti al controllo e per lo scambio di informazioni sulle metodiche di accesso e di controllo”.