Il presidente della Giunta regionale dell’ Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha deciso di unirsi ad altre regioni e richiedere la dichiarazione dello stato d’
emergenza per l’ ondata di maltempo che, oltre a riguardare l’ alveo del Po, sta mettendo in pericolo l’ intero crinale appenninico, dove c’è il rischio di nuove frane. Lo ha detto il responsabile della protezione civile, Demetrio Egidi.


L’ ondata di piena sta attraversando Piacenza (il colmo è atteso alle 18), ma l’ emergenza riguarda tutta l’ asta del Po, dove c’è il superamento del livello di allarme su tutti gli idrometri. La protezione civile già ieri aveva allertato le prefetture di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Ferrara perchè fossero adottate le procedure di emergenza previste in questi casi per le zone golenali, tra cui l’ evacuazione dei cittadini residenti. Sono già state trasferite 130 persone tra Parma e Reggio Emilia.
A proposito della situazione in montagna, in tarda mattinata è stata predisposta l’ allerta frane, che coinvolge prefetture, province e genio civile di Bologna, Modena, Reggio, Parma e Piacenza per le ingenti quantità di piogge cadute nelle ultime due settimane. L’ allerta riguarda gli alvei dei fiumi e la viabilità, tanto che sono stati messi in preallarme i volontari
della protezione civile per la vigilanza e il monitoraggio. Ci sono preoccupazioni dovute alle sfavorevoli condizioni meteo: il mare alla foce del Po è un metro sopra il livello medio e spira un forte vento di scirocco. In casi come questo, il mare ostacola il deflusso delle acque fluviali, aumentando la piena, attesa alla foce in base alle proiezioni tra domenica e lunedì. La protezione civile peraltro confida in un miglioramento delle
condizioni per sabato e domenica, mentre le previsioni meteo del servizio regionale ipotizzano un’ulteriore ondata depressionaria atlantica a partire da lunedì. Altro motivo di ottimismo è che negli ultimi due anni la protezione civile e il Magistrato per il Po hanno compiuto una serie di lavori per la messa in sicurezza, tarati sulla piena
storica dell’ ottobre-novembre 2000. All’ epoca transitarono 10.500 metri cubi d’ acqua al secondo, oggi siamo a 8.500, e in altezza la piena attuale è inferiore del 25% a quella di due anni fa: ”E’ un’ ondata di grosse proporzioni – ha detto Egidi
– ma riteniamo che non possa causare danni dopo gli interventi fatti”. Sono state comunque sospese le attività dei cantieri, quelle turistiche e l’ attività di navigazione. Il rischio di altre frane oltre a quelle di Bedonia e Albareto, in provincia di Parma, e quella che ha ostruito il torrente Ceno nel piacentino è oncreto: in mattinata si è messa in movimento una frana a Lizzano in Belvedere (Bologna), mentre le piogge non hanno impedito il brillamento della frana di Fanano, dopo il quale è già cominciato il lavoro per la rimozione dei detriti per attenuare l’ isolamento dei 110 residenti a Fellicarolo. Nonostante l’ impegno della protezione civile regionale, dall’ Emilia-Romagna sono partiti stamane quattro geologi chiesti ieri in aiuto dalla protezione civile ligure per la zona di Chiavari.