Università nella bufera. Gli studenti sono infatti saliti sulle barricate per protestare contro i tagli previsti nella Finanziaria 2003 per Università e
Ricerca, e per domani, lunedì, hanno lanciato un appello a docenti e rettori: una serrata degli atenei con la completa interruzione
dell’attività didattica.


La risposta, sottolinea l’Unione degli universitari (Udu) che ha promosso l’iniziativa, è stata finora massiccia: domani sarà una giornata di manifestazioni, assemblee e proteste dal nord al sud. Unico lo slogan: ‘Salvare l’Università pubblica’.
Oltre 30 le sedi universitarie dove sono previste per domani mobilitazioni, sit-in ed occupazioni, in occasione della ripresa dei lavori al Senato sulla Finanziaria e della giornata nazionale per l’Università pubblica indetta appunto dall’Udu.

Da Cagliari a Firenze, Siena, Padova, Bologna, Bari, Palermo e Lecce gli studenti, con l’appoggio di molti docenti, diranno
dunque no alla politica del governo. Si continua martedì, con ulteriori mobilitazioni previste a Pisa e a Napoli. Un appello alla serrata, quello dell’Unione degli Universitari, accolto da interi corsi di laurea (come Biologia a Lecce), da intere Facoltà (come Medicina a Siena, Psicologia a Caserta) e da
tantissimi docenti, dai ricercatori e da varie altre
organizzazioni studentesche.

Si protesta in attesa del maxi-emendamento alla Finanziaria che dovrebbe essere discusso appunto domani e che, si spera, dovrebbe portare una nuova boccata d’ossigeno alle casse degli atenei italiani. E proprio
in base all’esito del maxi-emendamento, gli studenti decideranno se continuare la mobilitazione, passando eventualmente alle
occupazioni delle sedi universitarie.