Tir fermi per 5 giorni dalla mezzanotte. Il blocco nazionale dell’autotrasporto, da stanotte al 26 settembre, è stato deciso dalla Fita-Cna che
associa 31.000 imprese su un totale di 190.000 in tutta Italia.


La Fita-Cna, che non ha firmato a differenza di altre organizzazioni del settore l’accordo di un anno fa con il governo, punta a coinvolgere nel blocco tutti gli autotrasportatori italiani, dicendo no a ”una deregulation” del settore che ”minaccia la sicurezza di tutti sulle strade”.

Per il segretario nazionale Maurizio Longo, il fermo dei servizi di autotrasporto rappresenta ”l’estremo tentativo di coinvolgere l’Esecutivo per assumere provvedimenti urgenti. La responsabilità di quello che accadrà da stanotte in tutto il Paese – dice Longo – è solo dal governo. Noi siamo disponibili,
in qualsiasi momento, a sospendere l’iniziativa ma non ne vedo al momento le condizioni. Non vedo segni di vera disponibilità da parte dell’esecutivo”.

La Fita-Cna chiede accordi di settore per dare regole certe alla committenza, dice no alla restituzione del bonus fiscale gravato di interessi nell’arco di 4 anni, e vuole il recupero delle accise sul gasolio.

Il segretario dell’Emilia Romagna Giovanni Maritali rileva: ”Siamo arrivati a questa decisione grave, che ci costerà parecchi miliardi di vecchie lire al giorno, ma non avevamo alternative”. Accusa ancora il governo di ”voler atomizzare le imprese, di renderle meno strutturate, favorendo solo la
committenza”.

Altro punto critico è l’introduzione della patente a punti che equipara – rileva l’organizzazione – i normali automobilisti a chi con il camion ci lavora. Per questo l’organizzazione chiede il varo di ”una patente professionale” che tenga conto della specificità della categoria. Sulla sicurezza: ”E’ un costo e va spalmato su tutta la filiera, non può pagare solo l’ultima ruota del carro”, afferma Maritali.

Una protesta ”strumentale e senza concrete prospettive”, aveva detto qualche giorno fa il sottosegretario alle Infrastrutture Paolo Uggè, che ha più volte replicato alla Fita come ”non sia pensabile che la riforma dell’autotrasporto possa essere risolta dall’oggi al domani”. ”Apprendo dai media – afferma dal canto suo Longo – che il governo ha detto di essere disposto ad intervenire, ma che non vuole farlo per decreto. Mi auguro che la disponibilità sia reale: se l’intervento ci sarà, siamo pronti a rivedere le nostre decisioni”.