Nel 2002 l’11% delle famiglie e il 12,4% degli individui si collocavano, in Italia, al di sotto
della linea di povertà. Il fenomeno è comunque in regresso. E’ emerso durante la seconda Conferenza europea sulla povertà e l’esclusione sociale, che si è aperta questa mattina al Lingotto
di Torino, alla presenza del ministro del Welfare, Roberto Maroni.


Nel 2002 si è registrata una riduzione di oltre un punto percentuale degli indigenti rispetto all’anno prececedente (13,6%) e si tratta anche dei valori piùbassi da quando è iniziata la rilevazione, nel 1997.

Il dato è stato influenzato dal miglioramento complessivo della situazione del mercato del lavoro: si è ridotto il tasso di disoccupazione di lunga durata ed è diminuito il numero di persone che vivono in famiglie in cui nessuno lavora. In calo anche la quota di giovani che abbandonano gli studi prima della fine della scuola secondaria superiore.

Le variazioni dell’ultimo anno si inseriscono in una tendenza di più lungo periodo: negli ultimi tre anni, infatti,
tutti gli indicatori segnalano un netto miglioramento della coesione sociale nazionale. In particolare, il tasso di disoccupazione di lunga durata si è ridotto del 15%, l’incidenza delle persone che vivono in famiglie senza lavoro e dei giovani senza livello di istruzione secondario di quasi il 10%, la diseguaglianza dei redditi di più del 5%.