Nel Parlamento italiano le donne rappresentano quindi il 9,8 % del totale. Tra gli 82 componenti del Governo italiano le ministre sono 2 su 23 ministeri.
Nelle 28 commissioni permanenti nessuna donna ricopre la carica di presidente. Nelle 14 commissioni bicamerali d’inchiesta l’unica presidente donna è quella della commissione per l’infanzia.


Dei 20 presidenti di regione solo uno è donna (il 5%); degli 898 consiglieri regionali 84 sono donne (8,5%); su 101 presidenti di provincia le donne sono 4 (3,9%); i sindaci donna nei capoluoghi di provincia sono 8 su 103 (7,7%).
Ci sono 5 Prefetti donna su 103 province (4,85%).
Nelle 77 università italiane troviamo solo una donna rettore. Per contro le laureate sono in media più giovani, più numerose e ottengono migliori risultati. Il 50% dei dottorati di ricerca in Italia viene assegnato alle donne, un record delle italiane rispetto a tutte le europee.

Ma quando si passa dallo studio al lavoro, il tasso di occupazione delle donne è del 42,7%, con un tetto massimo del 55,1% nel nord est e una soglia minima del 27,1% nel Mezzogiorno (isole comprese). Il tasso di occupazione femminile in Italia è all’ultimo posto fra i 15 paesi dell’Ue.
E’ del 6% la quota di donne licenziate in gravidanza, mentre il 14% di chi lavora in gravidanza decide di abbandonare l’occupazione principalmente per gli orari inconciliabili con i nuovi impegni familiari. E’ del 27 % la differenza retributiva tra uomini e donne in base ai risultati emersi dal II° Rapporto sulle retribuzioni n Italia.

Tutto questo per dire quanto siano ancora importanti gli organismi di parità, compresa la funzione della commissione intercomunale di pari opportunità, recentemente approvata.
In occasione dell’8 marzo il Centro intercomunale Pari Opportunità ha voluto sensibilizzare la popolazione su questa disparità di condizione perdurante, attraverso la pubblicazione di una cartolina che riporta “i numeri della vergogna” e lo slogan “8 marzo Impari opportunità”.

“Questa iniziativa – sottolinea Susanna Bonettini, presidente della Commissione pari opportunità – vuole anche essere un appello a tutte le forze politiche di ogni schieramento, a candidare nelle ormai prossime elezioni un maggior numero di donne. L’obiettivo è il 50 per cento di presenze femminili nelle liste o percentuali che vi si avvicinino il più possibile. E chiediamo anche a tutte le donne di contribuire a modificare l’attuale situazione della scarsa rappresentanza femminile, votando per le candidate che verranno indicate nelle liste”.