Un mese esatto dopo lo sciopero generale contro i tagli alle pensioni, gli addetti alle Poste dell’Emilia-Romagna il 26 aprile torneranno a incrociare le braccia contro “la drammatica situazione di lavoro e di disservizio delle poste in regione”.

I segretari generali di Slp-Cisl, Slc-Cgil e Uil-Post, Valerio Grillini, Alessio Festi e Paolo Giordani, hanno annunciato le ragioni della protesta che ha portato i 200 delegati delle varie sigle sindacali (ci sono Sail-Confal, Tecstat-Usppi, Failp Cisale e Ugl-Com) all’astensione dal lavoro per una giornata e a una manifestazione di piazza a Bologna.

“Nella vertenza – ha detto Giordani – c’è stato un brusco cambio di atteggiamento dell’azienda, specie in Emilia-Romagna, che pure fa con Lombardia e Veneto il maggior fatturato. Dopo tre anni di risanamento, che ha portato a un brusco ridimensionamento del personale, da 12.700 a 9.800 più 855 precari, nonostante 500 carenze c’è il rifiuto di assumere. Ci hanno proposto 42 assunzioni interinali. Non ci resta che scioperare”.

In regione attualmente ci sono 136 zone di recapito scoperte e 167 interessate da lunghe assenze, oltre 300 zone non assegnate: “Ciò provoca ritardi nelle consegne: ben oltre i quattro giorni del protocollo. Si va a sette giorni, addirittura a un mese per le stampe. In tutto questo viene assunto un atteggiamento da vecchia pubblica amministrazione.