Da gennaio a dicembre 2003 le pratiche inviate on-line con firma digitale dalle società alle camere di commercio di tutta Italia hanno registrato una crescita vertiginosa: sono passate dall’8% di inizio anno all’80% di fine anno.


Dopo la decisione di ieri del governo di riconoscere valore legale ai documenti via e-mail, arriva da Rimini, dove è in corso il quarto salone delle Autonomie locali, un nuovo segnale positivo nel processo di e-governement.

Il dato è emerso nel corso di un convegno, ”il cittadino attore del processo di e-governement” moderato dal finto assessore di Zelig, Gangini, durante il quale hanno preso la parola numerosi amministratori locali.

”In tutta Italia – ha detto Gian Paolo Montaletti, vice
segretario generale dell’Unioncamere dell’Emilia Romagna – abbiamo distribuito un milione di carte con firma digitale e in un anno le società hanno risparmiato dieci milioni di fogli A4, tante sono state le fotocopie non utilizzate per l’invio dei
bilanci”. In una classifica regione per regione, resa nota oggi, è il Trentino Alto Adige ad essersi aggiudicato il primo posto al dicembre 2003 con il 93,5% di pratiche inviate via e-mail. Le percentuali delle altre regioni si aggirano tra l’80 e il 90% con la Liguria all’ultimo posto con il 68,9%.

Lo schema dell’Unioncamere divide l’Italia in quattro settori, nord-ovest, nord-est, centro e sud, senza però evidenziare tra i diversi
settori alcune differenze significative; anche il sud dunque sembra essere al passo con i tempi. Nel primo settore vi è il Piemonte con l’87,8% di pratiche evase via e-mail, segue la Lombardia con l’89,2%, la Liguria (68,9) e la Valle d’Aosta con
l’88,6%. Al nord-est, oltre al Trentino, il Friuli ha evaso l’85,5%, il Veneto l’83,3 e l’Emilia Romagna l’88,5. Al centro il Lazio è al primo posto con l’88,2% di pratiche, seguito dalle Marche con l’86,5 quindi la Toscana (84,3), l’Abruzzo
(82,1) e l’Umbria (81,3).
Al sud il primo posto spetta al Molise con l’84,7%, seguono la Sicilia (84,4), la Sardegna 82%, la Campania (81,1%), la Basilicata (79,4), Puglia (77,2%) e la Calabria con il 73,4%.