Sulla scia di un’economia internazionale in rapida espansione, il rafforzamento dell’attivita’ produttiva delle imprese modenesi in questa prima parte del 2004 sta ricevendo un significativo sostegno dalla ripresa delle vendite all’estero.

L’apprezzamento del’euro sul
dollaro non ha mancato di manifestare i propri effetti sulle esportazioni dirette fuori dall’Europa, tuttavia l’impatto risulta essere meno forte delle attese e, in ogni modo, tende ad essere piu’ che compensato dagli aumenti che si stanno registrando negli scambi infra-Ue.

Secondo gli ultimi dati Istat, elaborati dall’Ufficio studi della Camera di Commercio, nel primo trimestre 2004 le esportazioni della provincia di Modena si sono attestate sui 1.980 milioni di euro, in aumento del 5,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. A livello nazionale la crescita si e’ fermata, invece, ad un piu’ modesto 1,3%, mentre a livello regionale si e’ registrato un +0,3%.


La performance complessiva sui mercati esteri, a livello settoriale, e’ stata trainata dal forte incremento nelle macchine e apparecchiature meccaniche (+18,1%). Negli altri comparti meccanici i recuperi piu’ alti sono stati messi a segno dal biomedicale (+11,8%) e dai mezzi di trasporto (+15,6%). Nei beni di consumo continua anche nel 2004 il trend espansivo dei prodotti alimentari (+10,5%), ed inverte il segno rispetto al 2003 anche l’importante comparto delle piastrelle e delle lastre ceramiche, che registra un +4,1% contro il -8,3% del 2003.


Rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, quest’anno sono invece ulteriormente calate le vendite all’estero del tessile e dell’abbigliamento, che hanno registrato una flessione complessiva di circa 74 milioni di euro.


Per quanto riguarda i mercati di destinazione, in progresso sono risultate soprattutto le vendite dirette verso i paesi dell’Unione Europea (+12,1% nella media dei 25 Paesi membri). In ripresa anche gli acquisti dei paesi del Medio Oriente, del Giappone e della Russia, mentre il rafforzamento dell’euro sul dollaro ha in parte frenato la crescita sui mercati americani e sulle altre aree del mondo che hanno a riferimento nei propri scambi internazionali il dollaro.