Torna alla riscossa la voglia di fare
impresa degli italiani. Nel secondo trimestre dell’anno sono nate oltre 108.000 nuove imprese, praticamente 1.720 per ogni giorno lavorativo, 72 all’ora.

Al netto di quelle che hanno
cessato l’attivita’ negli stessi tre mesi (circa 60.000), il numero delle aziende iscritte al registro delle Camere di Commercio e’ cosi’ cresciuto di quasi 48.000 unita’ rispetto a fine marzo, con un incremento dello 0,97%. E’ la fotografia scattata da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da Unioncamere.


L’incremento delle iscrizioni, per esattezza 108.379 in tre mesi (di cui 15 mila artigiane) e 222.258 nel primo semestre dell’anno, e’ il secondo miglior risultato degli ultimi 12 anni dopo quello del 2001, quando, sempre tra aprile e giugno, fu superata la soglia di 110 mila unita’. Le nuove nascite hanno cosi’ contrastato il pur elevato numero di cessazioni (60.579),
il terzo in termini assoluti dal 1993 ad oggi, che ha portato il totale del semestre a 167.705 unita’. Lo stock delle imprese attive a giugno ha cosi’ superato 4.900.000 unita’ (oltre 5,9 milioni se si considera il settore agricolo).

Tutti i settori economici, rileva Unioncamere, hanno fatto registrare saldi positivi, ad eccezione del comparto estrazione di minerali. E’ pero’ il settore delle costruzioni a brillare particolarmente. Nel secondo trimestre dell’anno ha infatti superato per la prima volta le attivita’ manifatturiere nella classifica delle imprese attive, preceduto solo dal commercio.


Lo aziende del settore a giugno erano infatti oltre 757 mila (contro le 751 mila delle attivita’ manifatturiere e oltre 1,5 milioni del commercio), con un saldo positivo di 12.260 imprese e una variazione sul trimestre precedente del +1,65%. Lo scavalcamento e’ interamente attribuibile al Mezzogiorno, dove il comparto edile supera di oltre 16 mila unita’ quello dell’industria. ”Con ogni probabilita’ – spiega ancora Unioncamere – la ragione va ricercata nel protrarsi nel tempo delle misure fiscali in favore degli interventi di manutenzione e di ristrutturazione delle abitazioni che da un lato puo’ avere spinto verso la regolarizzazione di molte attivita’ sommerse e dall’altro ha favorito l’aumento di imprenditori individuali”.

Sotto la media nazionale invece la crescita dell’industria manifatturiera (+0,24%) e quella dei servizi pubblici (+0,64%).


A livello territoriale il Nord est ha trovato un nuovo slancio (+1,03%; 9.800 imprese in piu’) e si consolida anche il Mezzogiorno (+1,01%; 15.300 imprese in piu’). Unioncamere sottolinea come da 30 trimestri il numero complessivo delle imprese meridionali si mantenga superiore a quello del Nord Ovest.


Tra le regioni la palma della piu’ dinamica spetta alla Calabria (+1,3%) seguita dalla Sardegna (+1,25%) e dalla Valle d’Aosta (+1,24%). All’estremo opposto Basilicata (+0,16%) e Friuli Venezia Giulia (+0,61%).



EMILIA ROMAGNA +1,16%