Sono oltre 400 nel modenese le cooperative cosiddette ‘spurie’, quelle cioè che forniscono servizi di diversa natura alle imprese, ma soprattutto manodopera temporanea, in genere straniera, da impiegare nel ciclo produttivo.


Si tratta di un numero in costante aumento che richiede una maggiore attenzione e più controlli sul rispetto delle normative e dei contratti di lavoro. E’ questa la raccomandazione contenuta in un ordine del giorno del Consiglio provinciale approvato all’unanimità su proposta dei consiglieri Ivano Mantovani e Franca Barbieri (Ds), Stefano Lugli (Rc) e Elena Malaguti (Margherita).

Il documento, dopo aver evidenziato il crescente ricorso da parte delle imprese ad avvalersi, nelle loro attività produttive, di prestazioni fornite da cooperative di servizio, sottolinea che sul mercato locale operano purtroppo numerose soggetti che non sempre rispettano le regole.

“Il rischio – avverte il documento – è che queste cooperative “spurie” riescano ad aggiudicarsi un numero sempre maggiore di appalti, favorendo in questo modo la diffusione di un modello di competitività basato prevalentemente sulla riduzione dei costi e non sulla qualità e che a pagare, in termini di minor reddito e diritti, siano soprattutto i lavoratori delle cooperative stesse”.

Per questo il Consiglio chiede alla Provincia di avviare ogni iniziativa utile a contrastare il fenomeno e a convocare un tavolo di confronto tra gli enti e le associazioni modenesi per predisporre un protocollo d’intesa al fine di garantire maggiori controlli sugli appalti di servizio.