In Italia gli insegnanti delle scuole statali, piu’ dei colleghi delle non statali, temono l’autonomia didattica e la parita’: e’ il dato che emerge dalla ricerca-campione della Fondazione Agnelli in cinque regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Calabria.


Sull’ autonomia sono stati intervistati 460 insegnanti delle secondarie, sulla legge 62/2000 che ha introdotto la parita’ 1.125 delle elementari, delle medie inferiori e superiori. In generale le risposte evidenziano che sia i professori delle statali che delle non statali percepiscono l’ autonomia piu’ sotto la luce dell’ opportunita’ che del rischio. Oltre l’ 80% dell’ intera categoria, inoltre, e’ convinta che la realizzazione concreta dell’ autonomia si realizzi solo con un largo coinvolgimento dei docenti. La problematicita’ del capitolo risorse, tuttavia, e’ posto piu’ dagli statali (87%) che dai non statali (73%). Contribuisce a far pendere la bilancia del pessimismo verso gli insegnanti statali, anche il fatto che il 58% di questi contro il 71% dei colleghi che lavoro in scuole paritarie, vedano l’ autonomia come occasione per una valorizzazione professionale, il passaggio da impiegato di un sistema burocratico a professionista.

Anche sulla parita’, i piu’ scontenti sono i professori delle statali il 71% dei quali esprime un giudizio critico e diffidente contro il 92% degli altri che, al contrario, si dichiarano favorevoli. Fra gli insegnanti delle statali il 73% (contro il 9% delle scuole non statali) ritiene che il finanziamento delle scuole non statali paritarie sottrarra’ risorse alle statali, il 53% (contro il 4%) pensa che l’ attuazione della parita’ creai piu’ problemi di quanti ne risolva. Per contro il 60% degli insegnanti delle paritarie e’ convinto che la concorrenza fra scuole giovi alla qualita’ complessiva dell’ istruzione. Alla domanda sul perche’ le famiglie scelgono le paritarie, gli insegnanti statali (39%) rispondono ”perche’ da’ un titolo di studio a chi fallisce nella statale”, gli insegnanti non statali ”perche’ i ragazzi sono piu’ serviti” (33%) o ”perche’ lavorano in un ambiente meno conflittuale” (21%).