Simpatizzanti degli Animalisti Italiani hanno protestato nella mattina nel centro di Bologna contro il Palio di Siena. Una decina di attivisti, uno dei quali travestito da cavallo con un cartello che riportava la scritta ‘La mia vita e’ in palio’, ha distribuito volantini in via Rizzoli, a pochi passi dalle Due Torri, davanti alla sede della banca simbolo della citta’.


Il palio, secondo gli animalisti, e’ ”una corsa particolarmente cruenta, una competizione in cui talvolta e’ piu’ importante impedire all’avversario di vincere, da questo derivano cattiverie ed inganni che i cavalli pagano con la vita.
Gli incidenti sono una prova che il palio e’ estremamente pericoloso ed e’ una manifestazione in cui il benessere degli animali non puo’ essere garantito. Per questo va abolito. Tutti gli esposti presentati dalle associazioni per la difesa degli animali sono stati archiviati e questo ci lascia molto perplessi. Le morti e gli infortuni dimostrano oggettivamente che il palio maltratta gli animali e li uccide. Vogliamo sapere perche’ non si siano mai accertate responsabilita’ e violazioni”.

”A tutti coloro che cercano di buttare ombre sul lavoro degli animalisti – ha aggiunto la portavoce degli Animalisti Italiani – rispondiamo che la battaglia contro questa manifestazione non e’ fine a se stessa, ma fa parte della lotta contro l’uso strumentale degli animali ancora troppo radicato nel nostro paese. In Emilia-Romagna stiamo trattando con la Regione il nuovo regolamento relativo proprio alle feste popolari nelle quali si svolgono competizioni tra animali. Il palio di Siena, come tutti gli eventi che sfruttano gli animali, si basa sul totale disinteresse delle sofferenze loro arrecate di cui sono responsabili organizzatori, fantini, giunta comunale e spettatori. Lo stress delle prove e delle ripetute false partenze, il dolore dei cavalli che si spezzano le zampe sul terreno inadatto alla corsa, non interessano a quanti attendono e vivono intensamente questo evento che procura fortissimi guadagni, attira turisti e mass media in attesa dell’imprevisto, spesso doloroso e tragico”.