Hanno vinto la pazienza e la lungimiranza della diplomazia italiana insieme alla saggezza delle autorita’ tunisine che hanno riconosciuto le ragioni di una madre cui era stato sottratto il figlio con un inganno.
Maria Luisa Salvioli, l’insegnante di Correggio di 37 anni, e’ ripartita ieri per l’Italia accompagnata allo scalo della capitale tunisina dall’ambasciatore italiano e da altri esponenti della sede diplomatica.


Era arrivata in Tunisia il 3 agosto scorso per riprendersi il figlio che era stato portato via dall’Italia con uno stratagemma dal padre tunisino, un giovane condannato per traffico di droga nel nostro paese. Trovato il bambino, che viveva alla periferia di Tunisi insieme alla famiglia del padre, Maria Luisa si era rifugiata con il piccolo in ambasciata per sottrarsi alla possibile rappresaglia dell’ex marito.


Prima di prendere l’aereo Tunisair per Roma, Maria Luisa ha dichiarato: ”Sono felice di rientrare in Italia con mio figlio che manterra’ naturalmente i contatti con suo padre”.


La donna ha poi ringraziato ”le autorita’ tunisine che hanno tenuto conto principalmente dell’interesse del bambino”.
Maria Luisa ha spiegato che ha voluto seguire ”i consigli della Farnesina formulati dall’ambasciatore Arturo Olivieri che ha sempre consigliato di aver fiducia nel sistema giudiziario tunisino e nella grande amicizia che lega i due paesi”.


Il piccolo Anis era stato affidato da una sentenza della magistratura italiana alla madre che concedeva al padre ampie possibilita’ di frequentare il bambino. Le cose erano diventate piu’ complesse perche’ la magistratura tunisina interpellata dal padre – aveva emesso una sentenza che affidava Anis all’uomo spiegando che, condannato in Italia per traffico di droga, il giovane tunisino non poteva recarsi nel paese dove viveva il piccolo.
La storia era cominciata il 23 novembre 1996 quando Maria Luisa, una maestra di Correggio (Reggio Emilia) aveva sposato il unisino con cui andava inizialmente d’accordo. Era nato il bambino, che aveva cementato l’unione tra la maestra e il giovane immigrato che lavorava in una fabbrica del luogo. Ma nel corso del tempo si erano approfonditi i motivi di dissenso tra i due, che erano arrivati alla separazione. Il padre aveva portato il piccolo con uno stratagemma in Tunisia. Maria Luisa aveva ricevuto solidarieta’ e sostegno dalla Farnesina e dalla maggior parte dei partiti politici italiani.


Il bambino che ha detto in varie occasioni agli assistenti sociali di voler vivere in Italia con la madre frequentera’ a Correggio la terza classe, alla quale e’ stato promosso nel giugno scorso.

Il problema di separazioni, divorzi e contese sui figli tra cittadini italiani ed extracomunitari ha avuto un notevole incremento negli ultimi anni con l’aumento dei flussi migratori nel nostro paese, ma era gia’ presente da anni, soprattutto in caso di matrimoni tra donne occidentali e uomini di paesi musulmani o arabi, spesso causati dalla volonta’ di questi ultimi di impartire ai bambini rigorose educazioni religiose islamiche.