Un ‘sì’ all’unanimità alla bozza del Programma triennale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri, con l’invito alla Giunta regionale e all’Assemblea legisltiva dell’Emilia-Romagna a tenere conto delle indicazioni e dei suggerimenti emersi nel corso della discussione.

Così si è espressa la Consulta regionale per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri, in rappresentanza dei 300 mila presenti in Emilia-Romagna, che si è riunita nella sede della Regione per la prima volta dopo l´insediamento avvenuto il 17 febbraio scorso.

Gli obiettivi strategici del Programma – per cui la Consulta ha auspicato l´approvazione da parte del Consiglio Regionale già nei primi mesi del 2006 – in sintesi sono: aumentare la conoscenza del fenomeno migratorio (attraverso l´Osservatorio regionale e locale), attivare strumenti e pratiche di concertazione a tutti i livelli, costruire relazioni positive, garantire pari opportunità d´accesso ai servizi, promuovere la tutela legale e partecipare al governo dei flussi migratori.

Positivo il giudizio sulla recente sentenza con cui la Corte Costituzionale ha respinto le osservazioni di illegittimità sollevate dal Consiglio dei Ministri, convalidando pienamente l´impianto della legge regionale 5 sull´immigrazione.
La Consulta ha espresso invece preoccupazione per la situazione di incertezza rispetto ai tempi ed alla quantificazione delle risorse provenienti dal Fondo sociale nazionale.
Non solo, ma anche per la difficoltà crescente che i cittadini stranieri e i datori di lavoro vivono in materia di certificazione dell´idoneità abitativa in rapporto a quanto previsto dal regolamento attuativo della legge Bossi-Fini: per questo i rappresentanti degli immigrati hanno invitato la Regione a promuovere una maggiore omogeneità di comportamento da parte di ciascun Comune.

La Consulta ha ribadito il proprio impegno a operare per una pacifica convivenza, per lo sviluppo di una società interculturale, per il ripudio di ogni forma di violenza e terrorismo.
Ha sollecitato, infine, la Regione ad adottare ogni azione per sviluppare integralmente i contenuti della legge 5, con un´attenzione particolare ad evitare la formazione di “ghetti” in campo scolastico, abitativo e culturale, e a proseguire gli sforzi per arrivare a una modifica della legislazione nazionale per la concessione del diritto di voto amministrativo agli immigrati residenti.