Bilanci di ‘comunità’, concertati cioè con le parti sociali, per stabilire insieme a chi dare e a chi togliere in un’ottica di riduzione e redistribuzione delle risorse pubbliche.

Li chiede la Cisl di Modena in vista della discussione sui bilanci preventivi degli enti locali.
“Stanno per iniziare i primi incontri con i sindaci e assessori dei Comuni e della Provincia – riferisce il segretario provinciale della Cisl Francesco Falcone – Sappiamo che il taglio dei trasferimenti agli enti locali, proposto dal governo nel progetto di Legge Finanziaria, ha messo in difficoltà anche Comuni generalmente ben amministrati, come i nostri. Il comportamento di Roma è scellerato, e i sindaci fanno bene a protestare. Anzi, li esorto a unirsi ai sindacati e ad aderire allo sciopero generale territoriale che abbiamo proclamato per il 25 novembre contro la Finanziaria. Tuttavia – prosegue Falcone – il calo delle risorse non deve diventare un alibi per ridurre servizi o aumentare rette e tariffe a livello locale. La Cisl si oppone decisamente a ogni tentazione di adeguare la tassazione locale per far fronte ai pur inaccettabili tagli romani. I cittadini, le famiglie, i lavoratori e i pensionati modenesi hanno già dato!”

Per il segretario della Cisl, insomma, è impraticabile la strada, da qualcuno ipotizzata, di ritoccare l’Ici e altre tariffe per far quadrare i conti dei Comuni.
“Non si possono scaricare sui bilanci familiari le difficoltà, che pure comprendiamo bene, dei bilanci comunali. Si tratta – continua Falcone – di sedersi attorno a un tavolo e decidere insieme quali sono le priorità, chi ha il diritto di essere aiutato e chi, invece, deve contribuire in modo sostanzioso al mantenimento dei servizi. Non dimentichiamo, poi, che molti lavoratori sono in attesa dei rinnovi contrattuali. I dipendenti pubblici lo aspettano da due anni, i metalmeccanici da oltre un anno. Per non parlare delle pensioni, che il governo si è completamente dimenticato di adeguare”.

Per il sindacato di Palazzo Europa sono priorità le famiglie monoreddito, quelle che assistono in casa disabili o anziani non autosufficienti, che vivono in affitto, hanno figli piccoli.
“I Comuni devono ridisegnare le politiche fiscali, abitative, educative e socio-sanitarie tenendo conto della trasformazione sociale del territorio e adottando il punto di vista della famiglia in quanto comunità essenziale per la tenuta e la coesione della società. Dobbiamo assumere il ‘parametro famiglia’, superando quello del singolo individuo. Questo chiediamo ai nostri pubblici amministratori, su questo – conclude il segretario della Cisl – siamo pronti a confrontarci per impostare insieme i bilanci preventivi 2006 e realizzare un’autentica concertazione territoriale”.