Se non interverranno modifiche sostanziali, la legge Finanziaria costringerà la Provincia di Modena non solo a tagli rilevanti nella definizione del bilancio di previsione 2006, ma soprattutto a infrangere il patto di stabilità. E’ questa la previsione del presidente Emilio Sabattini, in base alle indicazioni arrivate finora dal governo.

“I nuovi vincoli imposti dalla Finanziaria – spiega Sabattini – impongono una riduzione del 6,7 per cento della spesa corrente rispetto al 2004. Questo significa dover tagliare tre milioni e 655 mila euro, ma il confronto sull’anno 2005 è ancora più pesante: significa dover tagliare addirittura sette milioni e 749 mila euro. E non si tratta, come ironizza il ministro delle Finanze, di eliminare mostre o convegni inutili: le spese di gestione riguardano la viabilità, l’edilizia, l’ambiente. Altro che fiera del rospo…”.

Ma c’è un altro aspetto della legge Finanziaria che mette seriamente in difficoltà la Provincia di Modena che proprio in questi giorni ha iniziato la il percorso di consultazione e confronto con il sistema delle autonomie locali, le categorie economiche, le parti sociali e i sindacati, il mondo dell’associazionismo e del volontariato presentando il Documento di orientamento politico economico approvato dalla giunta della Provincia (il cosiddetto Dope, una sorta di Dpef locale) in vista della definizione del bilancio preventivo 2006 e del piano degli investimenti.

Riguarda proprio la spesa in conto capitale, in particolare la determinazione della situazione di cassa, l’altro elemento di difficoltà. L’aumento del 10 per cento fissato dal governo, infatti, consente alla Provincia di incrementare di quasi 13 milioni e mezzo di euro il tetto di spesa per investimenti rispetto al 2004 (cifra che sale addirittura a 30 milioni rispetto all’anno 2005) ma l’ostacolo che pare insormontabile è il vincolo sui pagamenti. “Anche nel 2006 abbiamo un flusso di pagamenti di opere già avviate negli anni precedenti – spiega l’assessore al Bilancio Stefano Vaccari – e se continuiamo a pagare gli avanzamenti dei lavori non riusciamo a stare dentro ai parametri della Finanziaria per la spesa in conto capitale. Quindi paradossalmente siamo incentivati a fare più investimenti nuovi, i cui effetti finanziari non ricadono sul 2006, ma non siamo in grado di pagare gli avanzamenti delle opere già in essere. O meglio: se paghiamo, ci salta il patto di stabilità. Una delle tante incongruenze di questa legge che ci riporta al “centralismo controllore” – conclude Vaccari – e che ci auguriamo venga rivista recependo le indicazioni degli enti locali”.