“Siamo perfettamente d’accordo con il prof. Fontanili – dichiara Massimo Becchi presidente della Legambiente di Reggio Emilia – della necessità di una maggiore vigilanza sul corso del fiume. Non basta il controllo delle draghe eseguito con la scatola nera, ma serve un pattugliamento costante, visto che i furti non sono solo di sabbia ma anche la fauna ittica è messa in serio pericolo dai pescatori di siluri”.

“Con le reti a strascico e gli elettrostorditori non vengano solo catturati i grossi pesci del Po come i siluri ma nache tutti gli altri pesci, facendo diminuire la pescosità del fiume anche del 70 % nelle zone soggette al controllo dei pescatori abusivi ungheresi. E questo è un problema non certo reggiano ma mantovano, rovigotto e ferrarese, zone rivierasche meno densamente abitate e quindi più facile rifugio per questa attività illegale. Le escavazioni di sabbia hanno rappresentato e ancra rappresentano, seppur in minore misura, ungrosso problema per l’assetto idrogeologico del Fiume, favorendo l’abbassamento dell’alveo ed alterando il mercato degli inerti. Ci piacerebbe sentire – continua Massimo Becchi – anche il parere della Provincia di Reggio Emilia da sempre estremamente cauta sull’argomento e molto parca di parole”.