Violentarono la moglie di un imprenditore durante l’assalto alla villa della coppia, in un paese della pianura di Reggio Emilia: per questo i carabinieri hanno fermato quattro cittadini albanesi, accusati di rapina e violenza sessuale in concorso. Due erano gia’ nel carcere bolognese della Dozza, detenuti perche’ accusati della rapina a una prostituta, gli altri sono stati invece bloccati l’altra sera.


L’assalto alla villa, dove quella sera c’era anche la figlia di pochi anni della coppia, e’ avvenuta qualche settimana fa, ma le indagini del nucleo operativo dei carabinieri di Reggio Emilia, coordinate dal Procuratore capo Italo Materia, sono state condotte con grande discrezione, fino alla cattura dei presunti autori del colpo, nel quale i banditi hanno portato via un bottino di alcune decine di migliaia di euro.


I quattro albanesi – secondo quanto si e’ appreso – picchiarono l’uomo e violentarono la giovane moglie, praticamente davanti alla figlia di pochi anni.

Razziarono oggetti e preziosi per svariate decine di migliaia di euro, per poi fuggire.


L’inchiesta e’ stata piuttosto complicata, portata avanti in grande segretezza, sia per la gravita’ dell’azione criminale, sia per la difficolta’ nell’identificare i rapinatori. E anche con il timore, da parte degli inquirenti, che i presunti colpevoli scappassero dall’Italia. Uno a uno sono stati invece trovati dai militari, che hanno praticamente ricostruito la composizione della banda, con appostamenti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche.


Gli investigatori avrebbero robusti indizi contro i quattro fermati anche grazie ai rilievi fatti dai carabinieri del Ris di Parma sul luogo della rapina.

Due degli albanesi accusati – secondo quanto e’ trapelato – erano gia’ dietro le sbarre, nel carcere bolognese, per aver rapinato una prostituta: si tratta di due giovani fra i 20 e i 23 anni, bloccati in ottobre nel capoluogo emiliano dai carabinieri dopo aver minacciato con un coltello e rapinato una ragazza dell’est europeo. Subito dopo l’arresto, i militari perquisirono la loro abitazione, trovando alcuni cellulari e orologi dei quali i due non riuscirono a giustificare la presenza.

Gli altri due albanesi sono stati invece fermati l’altro ieri, uno anche in seguito a un controllo per la violazione della legge sull’immigrazione.