Gli uccelli di Aristofane, in cartellone al Teatro delle Passioni dal 17 al 27 novembre, costituiscono uno degli esempi più alti della commedia attica, di quel filone che si suole definire politico, perché profondamente impegnato nelle problematiche della città, della polis. I due protagonisti della vicenda abbandonano un’Atene divorata dalla crisi per andare in cerca di una città ideale. Ma cos’è e dove si trova il regno di Utopia?

A questi interrogativi prova a dare risposta il Sindaco del Comune di Modena Giorgio Pighi che, con una sensibilità rara, si è reso disponibile a presentare il secondo incontro degli Amici dei Teatri modenesi, in programma lunedì 14 novembre alle ore 21, al Teatro delle Passioni, a ingresso libero. Titolo dell’intervento: L’utopia della città ideale come rovesciamento della città reale.

Nel mondo degli uccelli i due ateniesi cercano e trovano un grande sogno utopico, una patria dolce e materna, senza leggi né violenza. L’utopia di Aristofane è nostalgica e tutta rivolta a un vagheggiamento del passato, quando Atene poteva davvero essere considerata una “città ideale”. Attraverso una comicità surreale e lirica, fantastica e liberatoria, Gli Uccelli è però un’opera colma di spirito di contestazione. Nonostante la sua ideologia aristocratica e conservatrice, Aristofane risulta qui ‘più moderno di ogni moderno’, nel rivendicare la necessità della gioia e della concretezza, dei piaceri del corpo. È il grande sogno della creazione di una società libera e felice, dove gli uomini, riconquistato il rapporto con la natura, possano vivere nel migliore dei mondi possibili. Ma nel racconto di Aristofane, il regno di Utopia si trasforma a poco a poco nel mondo che conosciamo con le sue storture e i suoi problemi.

Come tutti i grandi capolavori, Gli uccelli ha ispirato poeti e drammaturghi tra i più diversi, da Bertolt Brecht a Pier Paolo Pasolini. Al primo Gli Uccelli potrebbe aver ispirato la stessa idea di “dramma didattico” e dimostrativo. Il secondo ne è stato evidentemente guidato per il film Uccellacci e uccellini. Ma la lettura di Federico Tiezzi, regista dell’allestimento, non si ferma a questi due filtri novecenteschi, puntando anche all’idea di “città ideale” che percorre, come un’esigenza ricorrente nei secoli, il Rinascimento toscano, Kant, Hegel, fino agli utopisti dell’Ottocento.

Informazioni: 059.211155