Il 20 gennaio 2006 le Province dell’Emilia-Romagna emaneranno i bandi per la richiesta delle borse di studio messe a disposizione degli studenti emiliano-romagnoli dalla legge regionale sul diritto allo studio per l’anno scolastico 2005-2006. Tali bandi si chiuderanno il 20 febbraio 2006.

Oltre 37 milioni di euro le risorse disponibili a sostegno del diritto allo studio. La quota maggiore di questo fondo (circa 19 milioni di euro, salvo integrazioni che si rendessero necessarie per un aumento delle domande) andrà a finanziare proprio le borse di studio che verranno erogate entro la fine dell’anno scolastico in corso.
Vengono confermate le modalità di accesso alle borse di studio per i positivi esiti raggiunti negli anni precedenti, grazie all’applicazione di una legge che ha evidentemente semplificato e reso più accessibile la fruizione del diritto allo studio. Sono stati infatti 49.693 gli studenti della regione che, nello scorso anno scolastico, hanno usufruito delle borse di studio, per un totale di oltre 20 milioni di euro erogati.
L’incremento rispetto all’anno scolastico 2003-2004 (in cui le domande ammesse erano state 45.140) è stato del 10%, mentre l’impegno finanziario è cresciuto dell’11%. Gli studenti che hanno ricevuto le borse di studio sono pari all’11,88% della popolazione scolastica dell’Emilia-Romagna contro il 9,08% del 2002-2003 e l’11,03% del 2003-2004.

“E’ evidente – spiega l’assessore alla scuola Mariangela Bastico – che la legge funziona ed è di facile fruizione. Ma è anche chiaro che, di anno in anno, cresce la popolazione scolastica e sta aumentando l’area del bisogno perché le famiglie si sono impoverite, specie quelle con figli. Tutto questo a fronte di un progressivo calo di risorse da parte dello Stato, come abbiamo denunciato più volte”.

Delle 49.693 domande ammesse l’anno scorso, 12.118 (il 24% contro il 16,6%, dell’anno precedente e il 12% dell’anno ’02-’03), sono giunte da studenti extracomunitari. “Questo dato – commenta l’assessore Bastico – è significativo perché testimonia l’accessibilità alle borse di studio anche da parte dei cittadini extracomunitari, tradizionalmente più difficili da raggiungere”.

Vengono confermati e finanziati tutti gli interventi di diritto allo studio previsti dalla legge regionale per quanto riguarda i servizi (trasporti, mense e ausili per disabili), per i quali la giunta regionale ha stanziato oltre 5 milioni di euro. Altri 5,1 milioni di euro sono invece destinati a progetti a sostegno delle autonomie scolastiche che verranno erogati dalle Province e dai Comuni per due priorità: l’integrazione dei disabili e degli studenti stranieri. Quasi 3 milioni di euro sono inoltre destinati alle spese per i libri di testo: nell’a.s. 2004-2005 si è riusciti a soddisfare le richieste al 71,1% del complessivo fabbisogno, a causa di un incremento delle domande di contributo e dell’aumento dei prezzi dei libri, cui non ha corrisposto, da parte dello Stato, un aumento delle risorse. Anche i progetti di qualificazione e miglioramento delle scuole d’infanzia potranno contare su risorse (oltre 4 milioni di euro) messe a disposizione dalla legge per il diritto allo studio.

“L’entità dell’investimento parla chiaro: il diritto allo studio è per noi prioritario – conclude l’assessore – perché i nostri sensori ci dicono che le necessità aumentano: in termini numerici, perché gli studenti aumentano ogni anno – circa 10mila in più – e anche in termini di bisogno. L’aumento progressivo dei ragazzi stranieri comporta la necessità di attività aggiuntive per la loro integrazione nelle classi, così come va sempre più sostenuta la permanenza a scuola di studenti in situazione di handicap. Proprio per salvaguardare i livelli di bisogno più elevati abbiamo operato una scelta molto difficile, ma necessaria: ovvero, quella di eliminare la seconda fascia di reddito per la fruizione delle borse. Una scelta dovuta principalmente a una legge finanziaria che dal 2000 ad oggi non ha aumentato di un centesimo i fondi per il diritto allo studio, ovvero 154 milioni di euro l’anno”.
Cosa comporterà l’eliminazione della seconda fascia di reddito? Se fino allo scorso anno era possibile ottenere una borsa di studio anche avendo un Isee dai ai 21.265,87 euro, oggi possono fare domanda solo coloro che hanno un Isee fino ai 10.632,95 euro. “Una scelta dolorosa ma necessaria – conclude l’assessore Bastico – compiuta per concentrare tutte le risorse solo sulla prima fascia di reddito e non escludere nessuna famiglia davvero in condizioni di necessità”.

Chi ha diritto alla borsa di studio e come fare la domanda
1) Per poter accedere alle borse di studio le famiglie devono presentare, oltre alla domanda, la certificazione del livello ISEE (indicatore della situazione economica equivalente, chiamato anche “redditometro”). Tale certificazione si ottiene presso le sedi provinciali Inps, i Comuni, i CAAF e presso altri soggetti indicati nei bandi provinciali. Per le elementari e le medie inferiori possono usufruire della borsa di studio – pari, rispettivamente, a 125 e a 250 euro – le famiglie dei ragazzi la cui Isee sia pari o inferiore a 10.632,94 euro. Per le scuole medie superiori possono usufruire della borsa di studio, di valore fino a 1000 euro, le famiglie con indicatore ISEE fino a 10.632,94 euro. L’importo definitivo della borsa per i ragazzi delle superiori viene determinato dalla giunta regionale a consuntivo, tenuto conto delle domande ammissibili e delle disponibilità finanziarie.
2) Tutta la materia del diritto allo studio (dalle borse di studio, ai servizi, ai progetti di sostegno e qualificazione delle autonomie scolastiche) è delegata alle Province che emaneranno i bandi per l’assegnazione delle borse il 20 gennaio e li chiuderanno il 20 febbraio, per erogare le borse di studio prima del termine dell’anno scolastico. Le direttive regionali stabiliscono infatti in modo uniforme importi, criteri, tempi di assegnazione, per garantire pari diritti agli studenti in tutto il territorio regionale.
3) Ciascuna Provincia ha predisposto un modulo per la domanda della borsa di studio. Tali moduli posso essere ritirati presso gli uffici delle Province a partire dal 20 gennaio 2006, dove vanno riconsegnati entro il 20 febbraio 2006. Per maggiore comodità i moduli potranno essere ritirati e riconsegnati anche presso le scuole.