Non possiamo aspettare l’esito delle elezioni per affrontare i fenomeni di crisi aziendali che si moltiplicano nella nostra provincia. Lo afferma il direttivo provinciale della Fim-Cisl di Modena, che esprime preoccupazione per le difficoltà del settore metalmeccanico, in particolare del meccano-ceramico.

“Non siamo più un’isola felice – dice il segretario provinciale Fim Claudio Mattiello – Lo abbiamo detto un anno fa, quando abbiamo sollecitato le istituzioni, le banche e la Confindustria a fare qualcosa di concreto. Purtroppo non sono giunti segnali e continuiamo a ricevere da diverse aziende le richieste di utilizzo degli ammortizzatori sociali. Si tratta – prosegue Mattiello – perlopiù di aziende piccole che decidono di chiudere, con conseguente perdita di posti di lavoro, ma anche di imprese importanti come Federal Mougul Lugli, Faral, One, Italtractor e altre, i cui problemi mettono a rischio la capacità produttiva della nostra provincia”.

I metalmeccanici Cisl si chiedono cosa succederà dopo il 10 aprile, soprattutto a quei lavoratori che hanno perso il posto. “Il nuovo governo, qualunque esso sia, garantirà il pieno recupero? Vi sarà immediatamente una ripresa del settore? Saranno modificate subito le leggi che a noi non piacciono e che penalizzano i lavoratori? Diminuirà il carico fiscale nelle buste paga dei dipendenti?”

Domande destinate inevitabilmente a restare senza risposta. Intanto la Fim punta il dito contro gli imprenditori, che non investono più in innovazione, ricerca, sviluppo e qualità, e contro il governo, accusato di non aver attivato adeguate politiche industriali.

La Fim ce l’ha anche con la Confindustria. “Ci rinfacciava di essere contro la flessibilità, ma con la firma del contratto nazionale abbiamo dimostrato la nostra disponibilità a risolvere i problemi. Ora, però – continua Mattiello – bisogna affrontare tutti i temi ancora aperti, dall’orario di lavoro all’inquadramento professionale, dal mercato del lavoro al modello contrattuale fino alla bilateralità”.
Infine la Fim di Modena è consapevole che anche dentro il sindacato si deve risolvere il problema della riforma del sistema contrattuale, presentando una proposta concreta e Fiom e Uilm.