Cari candidati, come pensate di riformare le professioni? Intendete mantenere o abolire gli Ordini? I professionisti modenesi sollevano temi non ancora toccati dalla campagna elettorale e pongono domande che li interessano direttamente.

Lo fanno attraverso il Cup (Comitato unitario professioni), il soggetto nato a Modena sei anni fa per rappresentare gli iscritti agli Ordini e Collegi professionali: medici, ingegneri, periti industriali, geometri, farmacisti, commercialisti, architetti ecc.
Una categoria formata da 15mila donne e uomini che, se calcoliamo anche i loro collaboratori e familiari, si stima possa arrivare a 70-80 mila persone. Un peso non indifferente, tanto è vero che a livello nazionale i professionisti dicono di voler diventare la quarta gamba del grande tavolo della politica e sedersi accanto a governo, Confindustria e sindacati.

“La settimana scorsa il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma dell’accesso agli Ordini. È un primo passo per avere professionisti più qualificati a tutela dei cittadini, ma è sul futuro che chiediamo chiarezza – afferma il presidente del Cup di Modena Pietro Balugani, ingegnere con un passato di pubblico amministratore (è stato assessore provinciale, ndr) – Le due coalizioni evitano l’argomento, ma ci piacerebbe conoscere almeno le idee dei candidati modenesi. Ricordo che il professionista non eroga una prestazione puramente mercantile, ma anche e soprattutto intellettuale, e presidia aspetti importanti per la vita dei cittadini: salute, difesa, sicurezza ecc. La competizione selvaggia del mercato mal si addice alla delicatezza di queste funzioni; per questo deve esistere una correlazione tra le tariffe applicate alla clientela e la qualità delle prestazioni”.

Oltre alla fatidica domanda Ordini sì-Ordini no, il Cup di Modena pone la questione della Consulta delle professioni, una sorta di “parlamentino dei professionisti” che servirebbe da interfaccia con le istituzioni locali (Comuni, Provincia, Regione). È una proposta dell’ex consigliere regionale Graziano Pini, rimasta sulla carta, attraverso la quale i professionisti potrebbero diventare interlocutori delle istituzioni non solo per questioni di principio, ma per tutti i provvedimenti che li riguardano per competenze e conoscenze. Il Cup propone anche di introdurre la figura del Qprof (professionista di qualità), seguendo l’esempio dell’Ordine degli Ingegneri di Milano, che ha “inventato” la figura dell’Ingegnere di qualità certificato, il cosiddetto “Qing”.
“È una scelta del professionista il quale – spiega Balugani – si sottopone alla verifica delle competenze compilando un curriculum e se passa l’esame diventa un ingegnere con il bollino blu”.

Altra proposta dei professionisti modenesi è l’istituzione di tavoli con i consumatori per individuare e potenziare strumenti di verifica di adeguatezza, trasparenza e correttezza dei compensi e qualità delle prestazioni.
Infine, il Cup chiede che i cittadini/clienti abbiano la possibilità di trovare facilmente il professionista di cui hanno bisogno. Come? Con una vetrina informatica disponibile sulla rete di Internet, come avviene in altri Paesi.