Era stato consegnato nelle mani di tre sequestratori come ‘garanzia’ in cambio di 30.000 euro, e cioè il valore in denaro di una partita di 15 chili di hashish che un suo connazionale aveva rubato o perduto e che doveva ai suoi fornitori.

E’ cominciata così la tragica avventura di un pakistano di 23 anni che lo scorso 1 aprile aveva, inconsapevolemente, accompagnato un connazionale di 26 anni a un incontro, tenutosi a Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, con gli spacciatori ed è stato poi caricato a forza su un auto, bendato, e trasferito in un appartamento di Marzabotto, dove per 24 ore è stato legato, picchiato ed ha subito un tentativo di violenza sessuole da parte di uno dei suoi rapitori.

A scoprire la dinamica del fatto e a far scattare l’arresto per 3 marocchini di Casablanca, di 28, 34 e 32 anni, finiti in manette con l’accusa di sequestro di persona per estorsione, cui si aggiungono per il 32 enne anche i capi di imputazione di violenza e tentata violenza sessuale, è stata la Polizia di Bologna che ha tratto in arresto per concorso in sequestro di persona e spaccio di stupefacenti anche il pakistano 26 enne,
rivelatosi il ‘regista’ di tutta la vicenda. E’ stato lui, infatti, a chiamare la polizia raccontando, in un primo momento, di essere stato rapito insieme al connazionale. Una mossa resasi necessaria per anticipare il fratello della vittima che, dopo aver ricevuto la richiesta di riscatto da parte dei sequestratori, era intenzionato a chiamare le forze
dell’ordine.

Una versione dei fatti che non ha convinto il pm della Procura Valter Giovannini che, dopo alcune ore di interrogatorio, ha
scoperto che l’umo autore della denuncia, in realtà, aveva consegnato il connazionale in mano dei sequestratori con l’intenzione ricattare il
fratello della vittima, regolare lavoratore e senza precedenti di sorta, al fine di recuperare i 30 mila euro che doveva ai 3 magrebrini per la partita
di hashish.

E’ il 2 aprile, quando gli uomini della Questura si appostano sotto un casolare a Marzabotto, individuato come il luogo di detenzione del sequestrato, ma nel momento in cui sta per scattare l’azione, un passante nota un uomo alla finestra, con il volto sanguinante, che chiede aiuto e che, subito dopo, si lancia dal primo piano. E’ stato questo il disperato tentativo del giovane sequestrato di sfuggire da uno dei suoi aguzzini, che lo aveva liberato per usargli violenza sessuale, ma che era riuscito a stordire per guadagnarsi la fuga. A salvare il giovane al termine del disperato volo una tettoia che ha ammortizzato l’impatto dal quale il ragazzo è uscito con lesioni non gravi. Inutile, invece, il tentativo di allontanarsi dal casolare del rapitore, nel frattempo riavutosi dalla colluttazione con la vittima.

Ad attenderlo, infatti, gli uomini della Polizia che poco dopo hanno fermato anche gli altri due sequestratori, bloccati sulla via Porrettana
mentre tentatavano di dileguarsi a bordo di un auto. Il fatto, ha commentato il Pm Giovannini, “ha coinvolto una vittima innocente che è stata oggetto di violenza efferata ed è stata coinvolta in una vicenda che, poteva avere un epilogo drammatico e che, purtroppo, fa parte di una serie di episodi che non sono eccezionali, nel contesto dello spaccio degli stupefacenti”.