Si chiama ‘Res tipica’ ed è il progetto di marketing territoriale promosso dalla Cia e dall’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) che ha come obiettivo la salvaguardia delle tradizioni culturali rurali, delle peculiarità agro-alimentari locali.

Il protocollo d’intesa è stato siglato nei giorni scorsi a Roma e tra le finalità c’è la costruzione di alleanze tra le imprese agricole, alimentari, la distribuzione ed i consumatori.



“Solo alcuni giorni fa , in occasione della prima tappa del giro d’Italia – spiega Nazario Battelli, presidente della Cia Emilia Romagna – quella che si è svolta in Belgio da Mons a Charleroi Martinelle, nel ricordo del cinquantenario della tragedia avvenuta in una miniera nella quale morirono 262 persone, di cui 136 italiane, abbiamo messo in primo piano i prodotti d’eccellenza emiliano romagnoli con un grande gazebo. Il parmigiano biologico di un caseificio di montagna è stato, tra l’altro, molto apprezzato dai ciclisti prima della partenza”.



Con Res Tipica la Cia intende mettere a disposizione i prodotti di qualità, i servizi multifunzionali, “e la nostra capacità di creare ricchezza per altre categorie, per la conservazione di un territorio da legare all’immenso patrimonio storico”.



L’adesione al progetto punta anche ad uno sviluppo delle attività agricole in armonia con i programmi comunali di qualificazione della rete commerciale e della ristorazione pubblica.



“Riteniamo che gli Enti locali della Regione Emilia Romagna debbano operare per la piena applicazione della legge che riguarda le norme per l’orientamento dei consumi e la qualificazione dei servizi di ristorazione collettiva – aggiunge Battelli – in particolare attraverso l’utilizzo di prodotti provenienti da coltivazioni biologiche, integrate, nonché di prodotti tipici e tradizionali. Il progetto di ristorazione ospedaliera dell’Azienda Usl di Bologna, e la nuova generazione di capitolato di prodotti da somministrare, rappresenta una esperienza pilota da diffondere nel resto della Regione e nel Paese”.



L’organizzazione agricola vuole promuovere lo sviluppo della filiera di fornitura di tali prodotti in modo tale da valorizzarne i valori in termini di protezione degli alimenti in via di estinzione, riduzione dell’impatto sull’ambiente . “Chiediamo alla distribuzione di partecipare a queste politiche di valorizzazione dei prodotti locali nelle loro strutture locali – conclude Battelli – per avviare un dialogo tale da sviluppare azioni utili anche per evitare crisi di mercato e rilanciare i consumi rispettando la convenienza dei consumatori”.