Da qualche anno a questa parte, nel territorio modenese così come in varie aree del nord Italia, numerose abitazioni vengono invase nei mesi estivi dagli esemplari adulti di Arocatus melanocephalus, un insetto meglio conosciuto come “cimice dell’olmo”.

Questo fenomeno, dapprima occasionale, a partire dal 2001 è diventato continuo e sempre più diffuso.
Sin dall’inizio l’Amministrazione comunale di Modena si è interessata al problema, avviando un percorso tecnico-scientifico sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali dell’Università degli Studi di Bologna e con il Centro Agricoltura Ambiente “G. Nicoli” di Crevalcore.
Questo impegno ha portato all’identificazione della specie, a delinearne la biologia e a mettere a punto una strategia di difesa che ha permesso, nella maggior parte dei siti, di contenere il disagio.

Va sottolineato che Modena è stata la prima città italiana a segnalare il problema e, all’epoca, il comportamento dell’insetto nell’ambiente era pressoché sconosciuto e non erano disponibili notizie relative ad esperienza di lotta.
L’Arocatus melanocephalus riproduce una generazione all’anno e le forme giovanili si sviluppano sulle varie specie di olmo: sono facilmente individuabili negli ammassi di samare (i frutti dell’olmo dalla forma discoidale) dai primi di maggio fino a metà giugno.
Raggiunto lo stadio adulto, come detto indicativamente dalla metà di giugno e per tutti i mesi estivi, l’insetto abbandona la pianta nutrice ed è in questa fase che vengono invasi gli edifici prossimi alle alberature.
Guidati da un forte istinto a ricercare stretti anfratti, gli esemplari adulti dell’insetto trovano ricovero nei serramenti, nei battiscopa, nei rivestimenti e negli arredi (compresi armadi, mobili della cucina e letti) creando forte disagio per la cittadinanza.
Da dire, infine, che malgrado sia molto invadente l’insetto risulta del tutto innocuo dal punto di vista igienico e medico-veterinario.