In tutto quello che è il mondo complesso ed in continuo divenire delle biotecnologie applicate, la Facoltà di Agraria dell’Università di Modena e Reggio Emilia eccelle come uno dei centri di attività e studio più all’avanguardia a livello nazionale.

Questa dote le è stata riconosciuta anche dalla Regione Emilia Romagna che all’interno del progetto ASTER le ha riservato, per la sezione Agroalimentare, il ruolo di coordinatore di un progetto di grande importanza che cerca una terza via alternativa ai due approcci di cui più spesso abbiamo notizia: quello, da un lato, della modificazione genetica (OGM) dei prodotti e, quello dall’altro, che rifiuta totalmente tale approccio per favorire produzioni biologiche di qualità.

CEREALAB, questo il nome del laboratorio che ha sede presso il Dipartimento di Scienze Agrarie a Reggio Emilia e di cui sono partner il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali dell’Università di Bologna e alcune aziende sementiere della Regione, nasce come laboratorio in grado di sviluppare ricerche altamente innovative nel campo delle biotecnologie non-OGM applicate alla costituzione varietale e di trasferire tali conoscenze e il know how alle ditte che operano nell’ambito della cerealicoltura in Regione.

In sostanza quello che i 41 ricercatori impegnati nell’attività del laboratorio, portano avanti, è un percorso, ancora poco battuto, di studio alternativo alle pratiche di modificazione genetica degli organismi, definito come “Marker-Assisted Selection”- MAS (selezione assistita da marcatori) e che a detta di alcuni esperti (Jeremy Rifkin in testa) può rappresentare la rivoluzione che potrà cancellare le pratiche di modificazione genetica per lasciare il posto a queste tecniche meno invasive.

All’interno dei laboratori CEREALAB i ricercatori hanno prodotto un database che raccoglie i dati di sequenze di DNA, associati a dati di caratteri agronomici utili, al fine di costituire uno strumento di consultazione per chi, come le ditte sementiere, fa le varietà selezionando piante sempre più produttive e con maggiori caratteristiche di qualità e di adattamento all’ambiente. In questo modo si potranno abbinare caratteri utili a sequenze note come marcatori genotipici, e scegliere le piante da cui partire con incroci e selezione.