C’e’ una ‘Strada del castagno’ che accomuna cinque nazioni europee, Grecia, Italia, Francia, Spagna e Portogallo. ”E’ un itinerario – spiega l’assessore all’ambiente del Comune di Zocca, Gianluigi Olmi – da fare a piedi, in bici, a cavallo e,
ovviamente, in macchina, che si snoda tra i castagneti più antichi di ogni nazione”.


In Emilia-Romagna, la Strada tocca i Comuni di Zocca, Guiglia, Contese, nell’area della Comunità Montana Appennino Modena Est. Per visitare questo museo diffuso si parte dal Metato di Samone (a Guiglia), un piccolo fabbricato di due piani destinato all’essiccazione delle castagne: si
accendeva il fuoco al piano terra e il calore che arrivava al piano superiore faceva seccare i frutti, che poi venivano trebbiati in grossi mortai di legno.

Si prosegue con una passeggiata nel castagneto di
Montombraro (Zocca), dove si sono possono ammirare alberi dalle forme suggestive con tronchi e fronde imponenti. Tra tutti spicca un esemplare che si dice sia millenario e secondo l’immaginario popolare avrebbe protetto con la sua ombra una sosta di Matilde di Canossa.
Nella frazione Montetortore, sempre a Zocca, si trova il Museo del castagno, nell’edificio in cui nel Medioevo operava l’Ospitale di San Giacomo della Dozola. L’ingresso ospita documenti cartacei sul castagno e una banca dati informatica, mentre le tre sale tematiche accolgono una mostra fotografica, gli antichi attrezzi degli agricoltori, gli oggetti domestici usati per lavorare e conservare le castagne.

Nei dintorni ci sono antichi castagneti, dove si possono raccogliere liberamente i frutti. Nella zona c’è anche il Metato di Cà Stovolo, che incuriosisce per la costruzione gemella che lo affianca, in realtà un ricovero per attrezzi.
Il Museo del castagno è aperto nei festivi da Pasqua alla prima domenica di Novembre, orari 9-12 e 15-19. In ottobre sabato e domenica, con
gli stessi orari. Gruppi o scolaresche possono prenotare in altri giorni telefonando all’Ente Parco Sassi di Roccamalatina: 059/795721.