Una nuova rotatoria e un nuovo ponte hanno risolto l’annoso problema della viabilità, e della sicurezza stradale, nei pressi del sottopasso ferroviario di Ciano.

Gli imponenti lavori di razionalizzazione della Sp 513 – progettati e realizzati dalla Provincia di Reggio Emilia d’intesa con il Comune di Canossa e Act, costati 1 milione e 637.000 euro e conclusisi nelle scorse settimane – sono stati inaugurati ufficialmente questa mattina dalla presidente della Provincia, Sonia Masini, e dal sindaco di Canossa Enzo Musi, alla presenza dell’assessore Claudio Ferrari, del direttore di Act Fabrizio Vezzani e di Ivo Gibertini, vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici di Canossa.
Nell’occasione, è stata anche scoperto il blocco in marmo sul quale Vasco Bolondi della Scuola della scultura della pietra ha scolpito – oltre alla scritta Matilde di Canossa – i simboli di Regione, Provincia e Comune per ricordare i lavori.

Il complesso intervento risolve uno dei nodi più problematici della viabilità reggiana, ovvero l’intersezione tra la Ss 513R, le vie per Vico, Carbonizzo, dell’Industria e la linea ferroviaria Act: un incrocio che generava, nelle ore di punta, lunghe attese e code di mezzi con problemi anche di inquinamento atmosferico. Grazie al nuovo ponte e alla rotatoria che ha sostituto il vecchio semaforo, il problema rappresentato dalla strozzatura del nodo viario di Ciano è stato superato elevando gli standard di qualità della circolazione, ma anche migliorando la funzionalità di questa strada di comunicazione al fine di offrire migliori garanzie in termini di qualità e di sicurezza.

L’opera, attuata in accordo con il Comune di Canossa, è risultata particolarmente complessa anche perché occorreva coniugare i vincoli imposti dalle condizioni morfologiche dell’area, che imponevano di mantenere le quote preesistenti del binario della linea ferroviaria, di garantire l’accessibilità alle numerose abitazioni, di minimizzare gli scavi in relazione alla presenza dei sottoservizi (linee Agac, Telecom, Enel e fognature) e di rispettare i 5 metri di luce libera, tra asfalto e manufatto, previsti dal Codice della strada.