La documentazione contenuta nello Studio di impatto ambientale del progetto di stoccaggio di gas a Rivara è insufficiente e lacunosa. Impossibile quindi formulare un giudizio di compatibilità ambientale. E’ questo, in sintesi, il giudizio contenuto in un documento del gruppo di lavoro composto da 11 tecnici, costituito dalla Provincia e dall’Unione dei Comuni dell’area nord per supportare gli enti locali nella valutazione del progetto presentato dalla Independent gas management.

Il documento, già approvato dalla Provincia, sarà presentato ai sindaci dell’Unione in un incontro in programma venerdì 9 marzo a Medolla. Il parere è solo una prima tappa di un lavoro che si concluderà con le osservazioni nel merito del progetto, dopo aver esaminato le integrazioni da richiedere alla Independent.

Dall’analisi dello Studio di impatto ambientale proposto dalla ditta nel presentare la richiesta di concessione, i tecnici hanno rilevato un “grave indeterminazione di rilevanti aspetti inerenti alla conformazione geologica del sito, se non addirittura la contraddittorietà delle affermazioni contenute nei documenti di progetto se confrontate con le evidenze, ormai consolidate riportate nella letteratura sullo stato del sottosuolo interessato”.
Riprendendo la normativa sulla Valutazione dell’impatto ambientale, il gruppo di lavoro afferma che questa incompletezza “a effetto di pronuncia interlocutoria negativa” I tecnici contestano anche i criteri di scelta del sito, “asati su un solo sondaggio eseguiti decenni fa nel tentativo di trovare un giacimento di metano a Rivara”e indicano le ulteriori analisi da effettuare, compresi i test “er verificare – si legge nel documento – se la roccia di tetto supera senza fratturarsi la cosiddetta prova di pressurizzazione”.
Sono necessarie anche le verifiche dei flussi di gas dal serbatoio alla superficie, tenendo conto che “l’area interessata dal progetto è relativa a 117 chilometri quadrati e solo 30 sono stati investigati dal punto di vista geochimico”.

Per i tecnici mancano anche analisi adeguate sui prelievi idrici, l’impatto acustico e le emissioni nell’aria dai tre camini previsti. Anche sugli aspetti di salute pubblica “la ditta non ha prodotto documentazione sufficiente a stabilire una seria valutazione”.
Per il gruppo di lavoro, infine, siccome il sito di Rivara è vicino alla Zona di protezione speciale “Valli mirandolesi” serve una ulteriore “valutazione di incidenza dell’impatto sull’habitat di specie animali e vegetali”.

I componenti del gruppo tecnico
Il gruppo di lavoro è composto dai tecnici nominati dalla Provincia che sono i professori Maurizio Pellegrini, su indicazione del Dipartimento di Scienza della terra dell’Università di Modena, ed Ezio Mesini, su indicazione del Dipartimento di Ingegneria chimica, mineraria e delle tecnologie ambientali dell’Università di Bologna. L’Arpa ha indicato Enzo Patanè, il dipartimento di Salute pubblica dell’Azienda Usl di Modena Stefano Galavotti.
I quattro tecnici si aggiungono ai tre indicati dall’Unione dei Comuni dell’area nord su suggerimento dei Comitati (l’ingegnere Domenico Massi e i geologi Antonio Scaglioni Giovanni Martinelli) e ai due, sempre segnalati dai Comitati, con i quali la Provincia ha ritenuto di integrare la composizione del Gruppo: l’epidemiologo Claudio Po e l’agronomo Claudio Malagoli.
Il coordinamento tecnico del gruppo di lavoro è affidato all’ingegner Alberto Pedrazzi, dirigente del Servizio Risorse del territorio e impatto ambientale della Provincia, e al geologo Daniela Smerieri, referente del Servizio di Coordinamento delle politiche ambientali dell’Unione dei Comuni.
La presidenza è affidata congiuntamente all’assessore provinciale Caldana e a Mila Neri, sindaco di Camposanto e assessore all’Ambiente dell’Unione dei Comuni.