Incisioni di Piranesi, opere di Bruno Munari, figurine che raccontano il futuro, esposizioni che affrontano il tema del sublime contemporaneo e la prima personale in un museo pubblico italiano dell’artista tedesca Katharina Grosse. Ma anche opere del francese Serge Bloch, tra i maggiori illustratori per bambini, un’indagine sull’unicorno con un’installazione dell’artista rumeno Daniel Spoerri e un viaggio audiovisivo attraverso otto immaginarie fermate di una metropolitana. Sono queste le principale mostre che saranno inaugurate a Modena, Carpi e Sassuolo in occasione dell’ottava edizione del Festival filosofia, in programma dal 19 al 21 settembre

A Modena la Palazzina dei Giardini ospiterà “Un altro uomo che ha fatto sgocciolare il suo pennello” dell’artista tedesca Katharina Grosse, fra le pittrici dell’ultima generazione che ha ottenuto maggiori riconoscimenti a livello internazionale. Curata da Milovan Farronato e Angela Vettese per iniziativa della Galleria civica e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra allude sia ad una tecnica che a un movimento pittorico specifico, il “dripping”, che vede tra i protagonisti artisti come Max Ernst e Jackson Pollock. Accanto a tele di grandi dimensioni, Grosse propone una serie di pitture in volume su oggetti diversi come sassi, palloncini e terriccio.
Sempre dal 19 settembre a Palazzo Santa Margherita si potrà ammirare “Il sublime è ora”, prodotta dalla Galleria civica e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e curata da Marco De Michelis. La mostra propone prevalentemente video, film e installazioni sonore. Alcuni lavori fanno riferimento alla “Spiral Jetty” di Robert Smithson realizzata nel 1970 e protagonista di un filmato girato dall’artista durante la realizzazione.

Dal 19 settembre il Museo della figurina di Modena proporrà la mostra “Nostalgia di Futuro. L’invenzione del domani in un secolo di illustrazioni”, a cura di Paola Basile e Maria Giovanna Battistini con la collaborazione di Riccardo Valla. L’intreccio tra sogno, desiderio, paura e meraviglia è tradotto in un immaginario particolare, quello legato alla “visione” del futuro a partire dalle figurine di fine Ottocento e alla letteratura “futuristica” e “interplanetaria” del periodo per arrivare, attraverso le suggestive riviste americane degli anni Trenta e agli album di fantascienza degli anni Cinquanta, alle “trade cards” di note serie televisive. Sempre a Modena, la chiesa di San Paolo ospita, a cura di Mario Bertoni, un’installazione realizzata ad hoc per il Festival da Paolo Icaro. Torinese, classe 1936, l’artista ha vissuto a lungo negli Stati Uniti prima di rientrare definitivamente in Itali e ha esposto le sue opere nelle gallerie di tutto il mondo.
All’unicorno, inventato nel Medioevo, ma considerato fino all’Ottocento un animale realmente esistito, è dedicata l’iniziativa organizzata dai Musei civici di Modena. I visitatori saranno accompagnati in un percorso che culminerà nella grande sala del Museo archeologico, che conserva collezioni di paleozoologia, dove sarà collocata una grande installazione di Daniel Spoerri, intitolata “L’ombelico del mondo” e costituita da nove monumentali unicorni. Tra i maggiori artisti rumeni contemporanei, Spoerri è stato vittima delle persecuzioni naziste e, dopo la guerra, ha vissuto in vari luoghi del mondo, tra cui l’Italia, e ha aderito al movimento Fluxus.

Nella Sala delle vedute del Palazzo dei Pio di Carpi si potrà ammirare la mostra “Visioni di carceri e rovine”, dedicata alle incisioni di Giovan Battista Piranesi (1720-1778). L’opera centrale dell’artista è rappresentata dalle “Carceri d’invenzione”, di cui Piranesi pubblica due edizioni a distanza di 15 anni. Le incisioni restituiscono architetture in cui l’aspetto fantastico delle prospettive e l’invenzione dei volumi geometrici contribuiscono a ciò che di più inquietante vi è nelle Carceri. Sono esposte in mostra l’edizione completa delle “Carceri” e una scelta di 14 vedute di rovine.

Sempre a Carpi, alla biblioteca Loria e al Castello dei ragazzi, disegni, oggetti, barchette di carta e vecchi telefoni si mescolano e si confondono per dare vita ad una galleria di personaggi stravaganti e oggetti strampalati. Sono le opere del francese Serge Bloch, uno tra i maggiori illustratori contemporanei per bambini.
A Sassuolo, infine, negli spazi di Paggeria Arte e sulla facciata del Palazzo ducale (proiezioni notturne) si possono ammirare “I colori della luce di Bruno Munari” (1907-1998), l’artista che con le sue opere ha anticipato le videoinstallazioni multimediali e influenzato generazioni di artisti contemporanei. L’esposizione, curata da Betta Frigieri, Miroslava Hajek e Luca Panaro, propone opere che fanno parte dell’unica collezione ragionata e cronologicamente catalogata delle opere di Munari, di cui la critica d’arte Miroslava Hajek è artefice e depositaria in quanto collaboratrice trentennale del grande artista. Nel suo lavoro, Munari ha esplorato sistematicamente luci, ombre e movimento in rapporto allo spazio e negli anni ‘50 ha realizzato opere in miniatura, usando la pittura, tecnica mista, collage di materiali organici come buccia di cipolla, retini, fili di materiali vari e pellicole colorate trasparenti.

Sempre a Sassuolo, nella Sala Biasin, sarà in programma anche “MetropoliTana”, viaggio audiovisivo attraverso otto immaginarie fermate di un una ferrovia sotterranea.

Info: Festival Filosofia.