«Con il balzo in avanti compiuto dalla raccolta differenziata nel primo semestre del 2008, possiamo puntare a superare quota 50 per cento già dai prossimi mesi». E’ il commento di Alberto Caldana, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, al dato che vede la raccolta differenziata nel territorio modenese nei primi sei mesi del 2008 sfiorare quota 46 per cento con un balzo di quasi quattro punti rispetto al 2007.

«Insomma la raccolta vola – continua Caldana – grazie allo sforzo degli enti locali, delle aziende di servizio ma soprattutto grazie alla collaborazione dei cittadini che capiscono quanto sia importante per l’ambiente recuperare e riciclare in quantità sempre maggiore di rifiuti».
I dati relativi al primo semestre 2008 sono forniti dall’Osservatorio provinciale rifiuti sulla base delle informazioni di Comuni e gestori del servizio Aimag, Geovest ed Hera.
Tra gli incrementi più rilevanti spicca quello del comune di Modena che aumenta dal 36 al 41 per cento; poi Bastiglia dal 50 al 55 per cento, centrando insieme a Nonantola (62 per cento, al primo posto della graduatoria provinciale con Castelnuovo Rangone), Cavezzo, Maranello, Medolla e Novi l’obiettivo strategico del 55 per cento stabilito dal Piano provinciale rifiuti.
Nei primi sei mesi del 2008 sono state prodotte 221 mila tonnellate di rifiuti di cui oltre 100 mila raccolte in modo differenziato. Ogni modenese produce quasi 660 chili di pattume all’anno, di cui oltre 300 vengono smaltiti in modo differenziato. Come commenta Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente «in sette comuni superiamo la quota del 55 per centro stabilita dal nostro Piano rifiuti, molti altri la sfiorano. L’incremento a Modena è un dato incoraggiante che ci fa essere ottimisti. Per noi la raccolta differenziata rappresenta una priorità assoluta che con l’incremento del termovalorizzatore ci permetterà di ridurre notevolmente il ricorso alla discarica».
In base ai dati 2007 nel territorio modenese oltre il 23,2 per cento dei rifiuti è stato smaltito in discarica, quasi il 23 per cento nell’inceneritore di Modena, quasi il 12 per cento va nell’impianto di compostaggio di Carpi e il resto al recupero nelle 215 aziende modenesi di riciclaggio dei rifiuti.

61 le isole ecologiche, nuovi metodi di raccolta
Completata e rinnovata la rete delle stazioni ecologiche attrezzate: ad oggi sono 61 quelle aperte sul territorio provinciale, di cui almeno una trentina tra nuove o ristrutturate nei soli ultimi due anni. Introdotti sistemi innovativi ed incentivanti quali la pesatura all’ingresso con badge individuale per accedere agli sconti sulla tariffa; migliorata la fruibilità da parte degli utenti delle stazioni ecologiche, introduzione di raccolta separata di molteplici frazioni. Sono queste le novità principali che hanno permesso la raccolta differenziata di compiere un balzo dal 36 per cento nel 2005 al quasi 46 nel primo semestre 2008.
«Per la raccolta differenziata la Provincia – ricorda Caldana – ha investito in questi ultimi tre anni oltre quattro milioni di euro che hanno permesso investimenti superiori agli otto milioni. Abbiamo puntato sul rinnovamento delle stazioni ecologiche accompagnato da una riorganizzazione della raccolta stradale eliminando progressivamente i cassonetti dell’indifferenziato».
Tra le stazioni aperte di recente spiccano quelle di Modena, Vignola, Montale, Fossoli di Carpi, Mirandola, Magreta di Formigine, San Cesario, Prignano e Montese.
Avviata anche la riorganizzazione delle modalità di raccolta differenziata sulla base di quanto previsto dal Piano provinciale rifiuti: raccolta stradale attraverso isole di base eliminando progressivamente i cassonetti dell’indifferenziato (progetto completato in tutti i comuni del bacino Aimag e Geovest e anche alcuni del bacino Hera tra cui Bastiglia e Castelfranco ed in corso di realizzazione a Modena, Comuni delle Terre dei Castelli e Bomporto); introduzione di sistemi di raccolta porta a porta a Bastiglia, Carpi, Formigine, Mirandola, Modena, Nonantola, Ravarino e Vignola; estensione della raccolta della frazione organica; progetti specifici per la montagna; modalità di raccolta personalizzate per attività commerciali; diffusione capillare di campagne di comunicazione rivolte sia alle scuole che ai cittadini e promozione di una rete di ecovolontari.