Sono la teologa Adriana Zarri per la narrativa, l’entomologo Giorgio Celli per il teatro, il filosofo Diego Marconi per la saggistica e Paolo Ruffilli per la poesia i vincitori della quarta edizione del Premio letterario Alessandro Tassoni che ha assegnato anche il premio honoris causa all’ex magistrato Gherardo Colombo per il suo costante impegno a favore della legalità. La manifestazione si concluderà giovedì 20 novembre, alle 20,30, nell’auditorium Marco Biagi con una serata aperta a tutti.

Le opere premiate sono state scelte tra le 170 inviate da autori e case editrici (erano 127 lo scorso anno) per avere meglio corrisposto ai criteri di innovazione e di impegno civile e politico che stanno alla base del Premio promosso dall’associazione “Le avanguardie” in collaborazione con la Provincia e il Comune di Modena e la Biblioteca estense universitaria, con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio Modena, e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e della Fondazione Marco Biagi. Tutti i libri partecipanti al Premio sono disponibili alla Biblioteca estense universitaria che dal 20 al 27 novembre curerà una mostra su Alessandro Tassoni.

“Vita e morte senza miracoli di Celestino VI” di Adriana Zarri, “La zattera di Vesalio e altri drammi” di Giorgio Celli, “Per la verità” di Diego Marconi e “Le stanze del cielo” di Paolo Ruffilli (comunicato n.1462) sono stati selezionati da una giuria tecnica e da una “popolare” di comuni lettori. La giuria tecnica era composta da Nadia Cavalera, scrittrice e presidente del Premio, Franca Rame, scrittrice e attrice. Giorgio Barberi Squarotti, critico letterario e poeta, Gianni Cascone, scrittore e operatore culturale, Adriana Chemello, docente all’Università di Padova, Francesco Muzzioli, scrittore e docente all’Università La Sapienza, Franco Nasi, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia,. La giuria popolare, 45 persone in tutto, ha lavorato in 15 gruppi di lettura.

La serata di premiazione sarà condotta da Francesco Zarzana, giornalista e operatore culturale modenese, e scandita dalle musiche per chitarra classica di Roberto Melangola, dalla lettura della poesia di Alessandro Tassoni a cura di Nadia Cavalera e di brani delle opere vincitrici eseguita da Alessandra Serafini. A una persona del pubblico estratta a sorte sarà donata una copia di “La secchia rapita” di Alessandro Tassoni edita da Franco Cosimo Panini, sponsor dell’iniziativa.

I testi che hanno vinto
Vincitrice del premio per la sezione Narrativa, Adriana Zarri, nata nel 1919 a San Lazzaro di Savena, teologa e collaboratrice di molti quotidiani e periodici, in “Vita e morte senza miracoli di Celestino VI” (edizioni Diabasis), racconta la storia di un papa come lei lo vorrebbe: un piccolo parroco dall’animo grande, che assume il nome di Celestino VI in memoria dell’altro Celestino, quello del gran rifiuto dantesco, eletto in un conclave dei nostri giorni, aspro e combattuto.

L’eclettico Giorgio Celli, veronese, classe 1935, scrittore prolifico, attore, conduttore televisivo e professore universitario, ha vinto nella sezione Teatro con “La zattera di Vesalio e altri drammi” (edizioni Tre lune), poema drammatico per musica che si ispira al naufragio della nave da guerra Medusa, i cui sopravvissuti si divorarono a vicenda, inventando il fantastico incontro con Vesalio di Brussel, anatomista del Cinquecento e la sua grottesca parodia, Peter Kurten, lo squartatore di Düsseldorf, giustiziato poco prima dell’arrivo dei nazisti al potere.

Diego Marconi, docente di Filosofia del linguaggio all’Università di Torino, ha vinto nella Saggistica con “Per la verità” (edito da Einaudi) che prova a leggere il dibattito attuale tra verità e relativismo, nato in seguito all’esplosione di aggressività antioccidetale di frange del mondo islamico da un lato e all’aumento di influenza degli ambienti religiosi più reazionari dall’altro, alla luce della riflessione filosofica sul concetto di verità.

Paolo Ruffilli, poeta e traduttore di Gibran, Tagore e dei Metafisici inglesi, si è classificato al primo posto nella sezione Poesia con “Le stanze del cielo” (Marsilio) che esplora l’ossessione della perdita della libertà in due territori inconsueti per la poesia: lo spazio concentrazionario “esterno” della prigione e quello “interno” della tossicodipendenza.

All’ex magistrato Gherardo Colombo è stato assegnato il premio honoris causa per il suo costante impegno a favore della legalità. Colombo è conosciuto per aver condotto o contribuito a inchieste sulla loggia P2, il delitto Ambrosoli, “mani pulite”, i processi Imi-Sir, lodo Mondadori e Sme. Nel 2005 è stato nominato consigliere alla Corte di Cassazione e si è dimesso dalla magistratura nel 2007. Autore di diversi saggi, il suo ultimo lavoro, pubblicato quest’anno da Feltrinelli, si intitola “Sulle regole”.