Ulteriore puntata nella beffa ai pensionati, col rischio di dover restituire i 40 euro!
Chi ha fatto richiesta della carta, passando in mezzo a un iter burocratico lungo e inutile (alla posta, all’Inps, al Caaf,ecc.) e l’ha ottenuta – in
tutta la nostra Provincia sono solo circa 1.450 casi – e dopo aver imparato il codice Pin e finalmente speso i soldi ai negozi “abilitati”, ora si scopre che in qualche caso non ne aveva il diritto!! Al Ministero hanno cambiato idea e l’INPS prontamente recepisce e si adegua.


La nuova direttiva impone di conteggiare anche il piccolo reddito (che prima era escluso) ottenuto col riconoscimento del diritto alla 14^ mensilità per i pensionati a basso reddito.
I pensionati modenesi ad ottenere il beneficio della “quattordicesima” con l’accordo Governo/Sindacati del luglio 2007, furono ben 30.000 circa in tutta la nostra provincia.
La social card fu concessa, in prima battuta, ai pensionati con un reddito inferiore ai seimila euro-anno; ora, con il contrordine impartito da Roma, la 14^ entrerà in quel limite di reddito, e sforare quel tetto dei seimila sarà più facile.
Prima illusi, poi beffati ed ora probabilmente costretti a restituire i 40 euro avuti e già spesi!
Un’odissea grottesca che perciò non vede la fine.
I pensionati che hanno percepito la quattordicesima e si sono visti assegnare la social card, ma che solo ora scoprono di superare i limiti di reddito a causa della marcia indietro del governo, che dovranno fare? Verrà loro bloccata la card? O peggio, dovranno restituire i soldi?
Anche questa ulteriore pagina beffarda, conferma l’enorme distanza fra la mossa propagandistica che presentato la social card come “un moderno e reale sostegno economico ai pensionati” e la realtà che ne svela
l’esiguità, limitata a poche centinaia di casi e per di più col rischio di una parziale restituzione.

(Franco Zavatti, segretario provinciale Spi/Cgil Modena)