Dopo lo scandalo del latte all’Itx, arriva nel nostro Paese un nuovo allarme alimentare: cereali da colazione contaminati da un inchiostro contenuto nella confezione del prodotto. E il Codacons, come nel precedente caso del latte, annuncia l’apertura lungo la Penisola di 100 sportelli per la consulenza e l’avvio delle cause di risarcimento.

L’inchiostro in questione è il 4-metilbenzofenone (4-Mbp), agente chimico i cui dati sulla tossicità sono pochi e incompleti, ma tali da mettere in allarme l’intero sistema di controllo europeo. In Europa l’allarme è scattato lo scorso febbraio, e ha portato diversi paesi (Belgio, Spagna, Portogallo e Grecia) al ritiro dal commercio dei prodotti considerati a rischio.

Dai controlli effettuati in laboratorio dal Salvagente su 21 marche diverse di cereali venduti in Italia, un prodotto, il Choco-Honey della marca Crown field (frumento soffiato con cioccolato venduto nella catena LIDL) è risultato contaminato dal 4-Mbp, con una quantità di 1,58 mg per chilo di prodotto. Ossia quasi tre volte sopra il limite (che è di 0,6)!!

“Ci chiediamo cosa facciano le autorità sanitarie italiane per tutelare salute dei cittadini – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – Il principio di precauzione imporrebbe il ritiro dal mercato di tutti quei prodotti il cui grado di contaminazione da sostanze a rischio (come l’inchiostro) superi la soglia di legge. Per questo motivo presentiamo un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia e all’EFSA, in cui chiediamo non solo di disporre su tutto il territorio il sequestro cautelativo del prodotto risultato positivo al 4-Mbp, ma anche di verificare se vi siano stati ritardi od omissioni da parte degli organi di controllo del nostro paese, che ancora non si sono mossi e non hanno nemmeno diffuso la notizia ai consumatori’.

“I cittadini che hanno acquistato e consumato i cereali da colazione con una quantità di inchiostro tre volte superiori ai limiti, possono rivolgersi al Codacons per intentare una causa di risarcimento danni dinanzi al giudice di pace – spiega Rienzi – Una recentissima sentenza del giudice di Giarre, infatti, ha condannato Nestlè e Tetrapack a risarcire due genitori che avevano somministrato alle proprie figlie latte contaminato da Itx, riconoscendo loro il danno, patrimoniale e non, derivante dalla preoccupazione di possibili conseguenze per le loro bambine’.

“A prescindere dal fatto che la sostanza sia dannosa o no, e noi non siamo in grado di confermarlo ad oggi, il problema vero – conclude l’associazione – è che si tratta comunque di frode in commercio, perchè viene somministrata ai consumatori una sostanza che questi non hanno comprato e che non risulta indicata in etichetta’.