In Italia l’epatite B è un problema poco sentito, ma sempre più presente: “è il tipo di infiammazione del fegato più comune tra i cinque esistenti e uno dei più pericolosi. Si stima che siano circa 700 mila i portatori del virus Hbv nel nostro Paese e le fasce più colpite sono gli over 30, ossia i ‘medio giovani’ che non hanno ricevuto la vaccinazione obbligatoria dei primi anni ’90. Al contrario, la fascia fino a 28 anni, oggi, è praticamente tutta immunizzata”.

A fornire il quadro della situazione è Daniele Prati, segretario dell’Associazione italiana per lo studio del fegato (Aisf), alla presentazione di una campagna di informazione dedicata proprio all’epatite B.
“Molto e’ stato fatto agli inizi degli anni ’90 – ha ricordato Prati – con la campagna di vaccinazione per i neonati. Ma con il tempo l’attenzione sui rischi e sulle forme di contagio si è affievolita, anche a causa dell’allarme Hiv. Oggi occorre ricominciare a sensibilizzare la popolazione su cos’è l’epatite B e su quali sono i rischi se non viene trattata: se pensiamo che le morti per malattie del fegato sono 20 mila ogni anno ‘contro’ le circa 200 causate dall’Aids, ci si rende conto delle dimensioni del problema”.

“L’epatite cronica, se non curata – ha aggiunto Nicola Caporaso, presidente della Societa’ italiana di gastroenterologia (Sige) – puo’ evolvere in cirrosi e tumore del fegato. Con i farmaci che abbiamo a disposizione possiamo arrestare l’evoluzione della malattia. Quindi la diagnosi precoce e’ importante per impostare un programma terapeutico prima che il danno diventi irreversibile. E’ importante ricordare che il virus dell’epatite B e’ molto contagioso e quindi sapere di avere questa infezione consente di vaccinare e proteggere familiari e conviventi”.

L’Aisf e la Sige, in collaborazione con la Societa’ italiana di medicina generale (Simg) e con la Societa’ italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) hanno elaborato sei regole ‘anti-contagio’ da tenere ben presenti.
Eccole nel dettaglio:
1) Evitare la condivisione di effetti personali quali rasoi, spazzolini da denti, orecchini e lime per unghie.
2) Assicurarsi che per fare tatuaggi o piercing vengano usati aghi puliti.
3) Assicurarsi che dal barbiere o dall’estetista vengano usati strumenti puliti.
4) Usare il preservativo quando si hanno rapporti sessuali, in particolare se si hanno partner occasionali.
5) Evitare di utilizzare sostanze stupefacenti. Nel caso in cui se ne faccia uso, non condividere mai aghi o siringhe.
6) Per i medici, attenersi alle procedure raccomandate per l’utilizzo degli aghi.