economia2Si è conclusa a Carpi in questi giorni un’importante operazione di recupero crediti e che l’amministrazione, per delega all’assessore alla Sicurezza Lorena Borsari, ha concepito quale strumento di competenza legislativa volto a recuperare somme evase e, nel contempo, quale mezzo di equità sociale. “Non solo gli importi recuperati sono stati sorprendenti ma ritengo – spiega Borsari – che si debba inserire stabilmente e periodicamente questo strumento di controllo tra le nostre azioni: questa operazione è solo la prima di una serie di attività di recupero crediti”.

L’operazione è stata svolta rapidamente, comandata da Daniela Tangerini per quello che riguarda la Polizia municipale cittadina ovviamente in collaborazione con l’Ufficiale di riscossione di Equitalia competente, ed è stata decisa per incassare le somme dovute da quegli “evasori” che hanno tentato di non corrispondere ad enti pubblici tasse, contributi, imposte, sanzioni e multe. “Tecnicamente – continua Borsari – i nostri agenti e il rappresentante di Equitalia si sono recati, con tanto di carro attrezzi al seguito, presso le abitazioni dei cittadini in mora, sequestrando loro i veicoli e destinandoli poi all’asta nel caso non avessero saldato subito il debito, ed in alcuni casi procedendo anche al pignoramento di oggetti e beni strumentali alle aziende, che si sono viste sottrarre anche macchinari e strumenti impiegati per le loro attività”.

L’operazione di riscossione ha portato ad un recupero complessivo di 390.000 euro, 35.000 dei quali destinati al Comune di Carpi per multe e tasse non pagate. I veicoli sequestrati sono stati 29: tra questi mezzi commerciali, auto per lo più di grossa cilindrata ma anche qualche utilitaria. Il caso più emblematico è stato quello di una azienda cittadina che, oltre a subire il sequestro di alcuni veicoli, ha dovuto emettere assegni circolari per un importo pari a 237.900 euro per non vedersi pignorare i macchinari. Tale azienda, oltre a non aver pagato diversi tributi al Comune, soprattutto non aveva corrisposto i contributi previdenziali a favore dei propri dipendenti: questi, in futuro, avrebbero così potuto trovarsi con seri problemi nella retribuzione e nel calcolo della pensione. In occasione di alcuni interventi i “debitori” hanno richiesto l’assistenza dei propri legali e commercialisti, i quali nulla hanno però potuto eccepire sul merito e la forma delle procedure giuridiche di contestazione e riscossione adottate. “Conforta quindi chi ha operato in tal senso anche la correttezza dell’azione svolta senza ricorsi ed opposizioni. Se si può essere più furbi di un altro – conclude Borsari – non sempre si può essere più furbi di tutti gli altri. Anche questo è rispetto delle regole e di tutte le persone che si comportano bene”.