economiaLa crisi reale, quella che piccona fatturati, ordinativi e posti di lavoro, è la diretta conseguenza degli eccessi speculativi della finanza americana degli ultimi anni e proprio dodici mesi fa lo scossone dei mutui subprime e il terremoto Lehman Brothers hanno messo in ginocchio la prima potenza economica del mondo; la stretta creditizia e il crollo della fiducia da parte degli investitori hanno permesso poi che la pandemia diventasse un affare globale.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, rivendicando il suo ruolo di responsabilità e leadership mondiale, ha varato e difeso un piano di ripresa mirato, con l’obiettivo, anzitutto, di rimettere in sesto l’economia domestica.

Del nuovo “New deal” economico promesso dall’amministrazione Obama, ma soprattutto degli strumenti da mettere in campo per ripristinare un sistema finanziario stabile e sicuro si dibatterà nel seminario dal titolo “La crisi finanziaria nella prospettiva americana”, che si terrà martedì 6 ottobre, a partire dalle ore 16, presso l’Auditorium Giorgio Fini di via Bellinzona.

L’incontro è organizzato da Nuova Didactica, la scuola di alta formazione di Confindustria Modena, in collaborazione con la facoltà di Scienze della comunicazione e dell’economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

«Nuova Didactica», afferma Emanuela Pezzi, direttrice della scuola di alta formazione di Confindustria Modena, «intende offrire agli imprenditori uno spunto di riflessione su come, a un anno dall’esplosione della crisi, le aziende possono muoversi nel mutato panorama economico-finanziario internazionale».

Dopo l’apertura dei lavori da parte di Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Modena, Kose John, professor of Banking and Finance alla Stern School of Business della New York University, tratterà le principali cause della crisi nei suoi diversi aspetti.

«Il fallimento a macchia d’olio delle istituzioni finanziarie e il congelamento del mercato dei capitali», afferma John, «sono le prime cause di questa recessione». L’accademico americano passerà, poi, alla disamina dei metodi con cui i singoli governi nazionali hanno tentato di rimettere in moto i sistemi finanziari, e si concentrerà in particolare sul tema, che considera fondamentale, del coordinamento internazionale. «La ripresa mondiale», aggiunge il professore, «non può fare a meno di una cooperazione planetaria. A ciascun Paese toccherà una piccola fetta del problema».

Al dibattito, moderato dal direttore del dipartimento di Economia aziendale dell’ateneo modenese Mauro Zavani, interverranno anche il presidente della Gb Group Filippo Borghi, il presidente e responsabile di ricerca di Igea Ruggero Cadossi, il presidente di Usco Massimo Galassini, l’automotive logistic manager di Saima Avandero Lorenzo Levoni e l’amministratore delegato di Emilceramica Sergio Sassi.