Sono 748 e hanno un ruolo fondamentale per il welfare, con gli oltre 80.000 soci, i 43.000 addetti, e le circa 3000 persone svantaggiate che vi lavorano. Sono le cooperative sociali dell’Emilia-Romagna che venerdì 20 novembre si riuniranno a Bologna per la terza Conferenza regionale del settore.

Un appuntamento per fare il punto sulle sfide e le opportunità che si aprono grazie anche alle novità normative, a partire dal via libera al percorso di accreditamento dei servizi. La Conferenza si terrà nell’Auditorium della Regione Emilia-Romagna (viale Aldo Moro 18) a partire dalle 9.30. Apriranno i lavori l’assessore regionale alle Politiche sociali Anna Maria Dapporto, il sottosegretario alla Presidenza della giunta Alfredo Bertelli e Gaetano De Vinco, rappresentante della Cooperazione sociale.

“In una società complessa come quella di oggi non può esserci un unico punto di vista capace di orientare e interpretare la realtà a favore del bene comune – sottolinea l’assessore Dapporto – . Solamente una condivisione di intenti tra diversi attori sociali, nel rispetto dei diversi ruoli, può aumentare la coesione della nostra comunità. Per questo, nel primo Piano sociale e sanitario regionale abbiamo sancito il riconoscimento della funzione pubblica in ambito sociale a quei soggetti privati la cui missione e finalità coincidono con le finalità delle istituzioni pubbliche. Con questo riconoscimento – prosegue l’assessore – si attua la piena partecipazione dei soggetti del Terzo settore, e quindi anche della cooperazione sociale, alla programmazione, realizzazione e valutazione della rete dei servizi dell’Emilia-Romagna”.

Alle 11 saranno presentati i risultati dei quattro gruppi di lavoro, attivati prima dell’estate. Seguirà, prima della pausa, un dibattito con interventi programmati. A partire dalle 14 la Conferenza ripartirà con una tavola rotonda, coordinata dal giornalista Nelson Bova, sulle prospettive della cooperazione sociale. Parteciperanno Alberto Alberani, rappresentante del settore, l’assessore regionale alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni, il vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna Alberto Lunardini, Mario Mazzoleni (Università di Brescia), il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e Patrizia Toia, parlamentare europeo.

 

Le cifre della cooperazione sociale in Emilia-Romagna

C’è chi gestisce servizi socio-assistenziali, sanitari ed educativi (cooperative di tipo A). C’è chi (tipo B) svolge attività agricole, industriali, commerciali o di servizi, finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e disabili. E c’è anche chi porta avanti entrambe le tipologie di attività (A+B).

 La divisione per provincie delle cooperative sociali vede al primo posto Bologna, con 150 imprese. Seguono Reggio Emilia (102), Forlì-Cesena (98), Rimini (83), Modena (82), Parma (73), Ravenna (61), Piacenza (62) e Ferrara (37). Sono 427 quelle di tipo A, 182 quelle di tipo B, mentre 105 sono le cooperative a oggetto misto (A+B).

I consorzi (costituiti come società cooperative, la cui base è formata in misura non inferiore al 70% da cooperative sociali) ammontano a 34.