Ospedeale Ramazzini_CarpiIl servizio di Anatomia patologica dell’ospedale Ramazzini di Carpi sarà integrato con quello dell’azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Modena con l’obiettivo di evitare le duplicazioni di funzioni e di innalzare il livello qualitativo del servizio tramite la creazione di un pool unico di medici e tecnici altamente specializzati. Lo ha annunciato Mario Galli, assessore provinciale con delega alla Salute, rispondendo a due interpellanze sul tema presentate rispettivamente da Luca Ghelfi (Pdl) e Monica Brunetti (Pd).

«A Carpi – ha specificato l’assessore Galli, citando la risposta fornita dall’Azienda Usl di Modena – continuerà a lavorare una parte degli undici dipendenti attuali, che saranno comunque presi tutti in carico al Policlinico, con lo scopo di garantire l’attività di estemporanea, cioè le analisi che devono essere necessariamente effettuate mentre sono in corso gli interventi, e tutti i servizi di urgenza. L’attività che possiamo definire ordinaria verrà invece svolta al Policlinico. Tra i risultati attesi dalla riorganizzazione – ha aggiunto l’assessore – c’è il complessivo potenziamento dell’offerta di servizi per l’ospedale di Carpi che si potrà avvalere di una struttura caratterizzata da un continuo sviluppo della ricerca e dell’innovazione scientifica e tecnologica».

Come ha spiegato Galli, la rimodulazione del servizio segue la logica del modello a rete ospedaliera “hub & spoke” (“mozzo” e “raggi”, come una ruota di bicicletta) caratterizzato dalla concentrazione dell’assistenza di elevata complessità in centri di eccellenza (centri hub, in questo caso il Policlinico), supportati da una rete di servizi (centri spoke) cui compete la selezione dei pazienti e il loro invio ai centri di riferimento quando si supera una determinata soglia di gravità clinico-assistenziale. In Emilia Romagna il modello è già applicato, a partire dal 1998, nell’organizzazione dell’assistenza cardiologica e cardiochirurgica e ha portato a una riduzione del 22 per cento della mortalità intraospedaliera e del 18 per cento di quella a 30 giorni.

Monica Brunetti (Pd) ha chiesto un monitoraggio della situazione per garantire che nel corso del tempo non si perdano ulteriori attività: «Il ruolo dell’ospedale di Carpi deve essere rafforzato, non svilito». Per Luca Ghelfi (Pdl), invece, l’area nord del territorio provinciale rischia di rimanere sguarnita con la perdita di numerose eccellenze: «Va bene la riorganizzazione, ma non si può pensare di concentrare tutto su Policlinico e Baggiovara, serve equità nel rapporto con i cittadini in tutte le aree del territorio».