«I dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, del ministero della Salute, della nostra Azienda sanitaria e delle società scientifiche nazionali e internazionali mostrano una preoccupante diffusione dell’abuso alcolico tra i giovani con conseguente aumento di morbilità e mortalità». Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Paolo Trande interviene nel dibattito sull’ordinanza anti-alcol.

«In tutto il mondo le politiche proibizioniste, come per tutte le dipendenze e gli abusi di sostanze, hanno mostrato la loro sostanziale inefficacia. Per questa ragione le Società Scientifiche attive in campo alcologico suggeriscono politiche che sviluppino gli aspetti culturali ed educativi nelle sedi sociali naturali come la scuola e la famiglia.

La recente ordinanza del Comune di Modena, sollecitata dal Consiglio Comunale con la votazione unanime di un ordine del giorno, è chiaramente su questa linea di stampo preventivo, a conferma del suo impianto non proibizionista.

Modena, a differenza di Milano e Sassuolo (tanto per fare due esempi), sceglie la via della tutela della salute dei giovani senza ricorrere a norme inutilmente proibizioniste (come la sanzione pecuniaria per gli under 18) e punta all’attivazione delle famiglie, della scuola, dei progetti pubblici concertati con gli esercenti per contrastare il dilagare del fenomeno.

Quindi risulta difficilmente comprensibile l’esultanza di chi, tra i banchi della minoranza, considera l’ordinanza modenese sull’alcol una rinuncia al buonismo e una “conversione” – obtorto collo – alla politica muscolare che tanto piace alla destra.

La verità è un’altra. Modena, sul problema alcol e sulla tutela della salute dei minori, sceglie la via, a maggiore probabilità di efficacia, delle evidenze scientifiche e della concertazione tra Comune e associazioni di categoria, rifugge dagli annunci a effetto e coerentemente adotta norme di buon senso. Senza alcuna volontà di fare cassa ma destinando le eventuali entrate a progetti specifici di prevenzione».