Sta bene il carpigiano che è rientrato da un viaggio in Brasile accusando i sintomi (febbre alta, mal di testa e dolori muscolari) della dengue. Ieri sera, 14 giugno, sono arrivati dal laboratorio del Sant’Orsola di Bologna gli esiti dell’esame che hanno confermato che si tratta del virus che è trasmesso all’uomo dalla puntura di una zanzara tigre infetta. Il virus non si trasmette da uomo a uomo.

Il Servizio di Igiene Pubblica dell’Azienda USL di Modena si è subito allertato e ha fatto scattare il protocollo previsto in questi casi. In particolare, il Comune di Carpi ha già organizzato la disinfestazione nella zona interessata con interventi larvicidi e adulticidi che partono già oggi. La persona colpita dal virus è stata visitata nei giorni scorsi presso il Reparto malattie infettive del Policlinico di Modena e presenta un buon decorso clinico. Attualmente si trova al suo domicilio. La sua famiglia è stata naturalmente informata delle precauzioni da adottare per evitare la puntura di zanzare.

Non c’è nessun allarme: la zanzara tigre può diventare vettore della dengue solo se trascorrono almeno 10 giorni dalla puntura di una persona che ha il virus, puntura che deve avvenire entro una media di cinque giorni dalla comparsa dei primi sintomi. Se a questo si aggiunge che la zanzara tigre ha una vita molto breve – 15/30 giorni – è evidente come il rischio di contagio sia davvero molto basso.

Come previsto dalla direttiva regionale, verrà eseguito un trattamento di disinfestazione, nel raggio di 100 metri dall’abitazione della persona colpita dal virus. Gli abitanti sono già stati avvisati attraverso l’affissione e distribuzione di uno specifico volantino. Trattasi di intervento del tutto analogo a quelli già promossi in passato per la lotta alla zanzara tigre. Ricordiamo pertanto che anche in questa occasione è vietato sostare o passeggiare nelle aree oggetto del trattamento per almeno due ore dalla conclusione dello stesso, è necessario mantenere chiuse porte e finestre, ritirare (o comunque coprire) biancheria, indumenti e alimenti esposti all’aperto. Infine è necessario attendere almeno quindici giorni dall’intervento prima di procedere al consumo di ortaggi o frutta del proprio orto o giardino.

Cogliamo l’occasione per ribadire che per quanto riguarda la zanzara tigre, oltre agli interventi a cura del Comune, è necessaria la collaborazione di tutti. L’acqua gioca un ruolo fondamentale nel ciclo vitale dell’insetto. Dalla primavera all’autunno, la zanzara adulta depone le uova nelle parti asciutte di piccoli contenitori. E’ sufficiente che le uova siano sommerse da una minima quantità d’acqua, perché si schiudano e nascano le larve. Perché il ciclo si completi e nascano le zanzare tigre occorre che il ristagno perduri alcuni giorni. E’ quindi necessario evitare qualsiasi ristagno d’acqua. Quindi: evitare il ristagno d’acqua nei sottovasi, per più di due giorni, qualora non sia possibile eliminarli; non lasciare gli annaffiatoi e i secchi con l’apertura rivolta verso l’alto; verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite; coprire le cisterne e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere ben tese; trattare regolarmente – una volta a settimana – i tombini e le zone di scolo e ristagno con prodotti larvicidi e tenerli ben puliti da foglie; non svuotare nei tombini i sottovasi o altri contenitori; non lasciare che l’acqua ristagni sui teli utilizzati per coprire cumuli di materiali e legna; non lasciare le piscine gonfiabili e altri giochi pieni d’acqua per più giorni; tenere pulite fontane e vasche ornamentali, eventualmente introducendo pesci rossi, che sono predatori delle larve di zanzara tigre.