Il Circolo Culturale Artemisia invita tutti ad inviare una lettera o una cartolina di dissenso all’Ambasciata iraniana di Teheran a Roma, in Via Nomentana 363 o a collegarsi al sito www.firmiamo.it/no-alla-lapidazione-di-sakineh-mohammadi-ashtiani/firma con la richiesta di liberare Sakineh Mohammadi Ashtiani.

Anche sul sito di Amnesty International www.amnesty.it/pena_di_morte_Iran_lapidazione_adulterio o su quello di Repubblica www.repubblica.it è possibile firmare la petizione per la liberazione di Sakineh, solo su questo giornale sono state raccolte in pochissimi giorni più di 60 mila firme.

La donna, che è madre di due bambini, ha 43 anni e da quattro si trova nel braccio della morte del carcere di Tabriz, sta per subire la condanna a morte per lapidazione con l’accusa di adulterio «per aver avuto rapporti illeciti» sulla base di una confessione estorta dopo due giorni di torture e 99 frustate. Inoltre i giudici iraniani non hanno precisato che rapporti siano stati, né tengono conto che il marito di Sakineh è morto.

Riteniamo sia una richiesta doverosa richiamare l’attenzione verso questo grave fatto di negazione dei diritti civili che non può e non deve passare sotto silenzio come tanti altri fatti successi negli ultimi mesi.

Non è pensabile che oggi, nel terzo millennio, vi siano ancora paesi nei quali una donna non può vivere liberamente la propria sessualità e, se si ribella, venga condannata ad una morte così atroce.

Esprimiamo, inoltre, solidarietà a Carla Bruni, che ha ricevuto offese e minacce di morte dai media iraniani per aver espresso pubblicamente il suo dissenso nei confronti della pena capitale in difesa di Sakineh.

Concludiamo sostenendo che la difesa dei diritti civili di tutti in generale e, in special modo delle donne, è una battaglia che va sostenuta sempre e comunque con grande consenso e determinazione.

(Le donne del Circolo Culturale Artemisia)