Dopo anni di difficoltà, i caseifici modenesi cominciano finalmente a vedere segnali di ripresa. Aumentano il volume di latte lavorato e il prezzo medio di liquidazione. La buona notizia arriva da Confcooperative Modena, che ha analizzato i bilanci al 31 dicembre 2009 delle 54 cooperative casearie aderenti (37 di montagna e 17 di pianura), le quali rappresentano il 63 per cento degli 83 caseifici attivi in provincia di Modena (nell’intero comprensorio del Parmigiano-Reggiano sono 409). «Tra il 2000 e il 2009 il latte conferito alle nostre cooperative è passato da 1,2 a 1,7 milioni di quintali, registrando un aumento del 34 per cento – afferma il direttore di Confcooperative Modena, Cristian Golinelli – Questo è accaduto nonostante nello stesso periodo sia diminuito di 33 unità il numero dei caseifici; ciò significa che si è rivelata giusta la politica delle aggregazioni tra cooperative che stiamo portando avanti da qualche anno». Nel dettaglio i 37 caseifici di montagna (in media hanno dieci soci conferenti) sono passati dai 700 mila quintali di latte lavorati nel 2000 ai 914 mila quintali dell’anno scorso (+ 30 per cento); le 17 cooperative di pianura, invece (media di dodici soci), sono passate dai 535 mila quintali di latte del 2000 ai quasi 750 mila del 2009 (+ 39 per cento). L’altro dato positivo è l’aumento del prezzo medio di liquidazione del latte, che l’anno scorso ha superato i 50 centesimi al litro (+ 25 per cento sul 2008). «Si tratta di valori da consolidare, soprattutto in montagna, dove i costi di produzione sono più alti rispetto alla pianura – osserva Giordano Toni, presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Modena – Tuttavia l’aumento dei margini consente alle cooperative e alle aziende agricole socie di avere le risorse per effettuare nuovi investimenti. Anche se la situazione è migliorata, però, non bisogna sedersi sugli allori. È necessario potenziare la commercializzazione e aggredire con maggior forza i mercati esteri. Per questo – conclude Toni – le nostre cooperative casearie guardano con interesse alle azioni sviluppate dal Consorzio di tutela del Parmigiano-Reggiano».

Immagine: Golinelli