L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia si schiera in difesa della salvaguardia della Accademia di Scienze Lettere e Arti di Modena, fra le principali promotrici della vita culturale della città, che nella fase attuale lamenta carenze economiche tali da rischiare di vedere la fine della sua storia prestigiosa.

Come ha segnalato ai mezzi di stampa il suo attuale presidente, prof. Ferdinando Taddei, e come ha ricordato anche una recente delibera del Senato accademico – malgrado i lavori di restauro effettuati qualche anno fa, l’Accademia soffre ormai tempo di una crisi di risorse che rischia di portare l’eminente istituzione al collasso e, quindi, alla chiusura. Il taglio delle risorse provenienti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la pretesa dell’Amministrazione del Demanio dello Stato, proprietaria del Palazzo Coccapani, di esigere un canone per l’occupazione dei locali, nonché l’assenza di entrate stabili con cui far fronte alle spese di gestione (biblioteca, restauri dei pezzi librari e archivistici, attività culturali, segreteria, elettricità ecc.) hanno portato l’istituzione ad un punto critico tale da imporre agli enti locali e alla società civile modenese un’opzione di sostegno concreto e duraturo ormai non più differibile.

L’Ateneo di Modena e Reggio Emilia con la delibera del Senato accademico del 14 settembre scorso è così apertamente sceso in campo a favore di questa istituzione che ha saputo dare spazio ad alcuni dei maggiori pensatori, scienziati e letterati dei secoli scorsi. Accanto a questa prestigiosa storia l’Accademia è attualmente promotrice di numerose iniziative di carattere scientifico e divulgativo, e conserva una preziosissima biblioteca, con oltre di 130.000 volumi e 450 periodici.

La pronuncia Senato si rivolge in conclusione con una sorta di “appello” agli enti pubblici e agli organi e operatori territoriali per una azione a sostegno all’Accademia. Si “sollecita il Comune di Modena, la Provincia di Modena, la Regione Emilia-Romagna, nonché la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e gli operatori economici del territorio a porre in opera una strategia organica di finanziamento dell’Accademia mediante lo strumento della convenzione”.

La storia

L’Accademia dei Dissonanti, come sino al XVIII secolo fu chiamata, è una delle più antiche e prestigiose istituzioni culturali della città di Modena. Fondata nel 1683, in concomitanza con il ripristino dell’Università, essa era destinata a rappresentare un luogo di dibattito e di promozione della ricerca per quegli studiosi che furono impegnati, nell’Ateneo medesimo o altrove, nell’attività didattica e nella diffusione del sapere. Durante i suoi primi decenni di vita si registrò la presenza di autorevoli intellettuali e scienziati come Bernardino Ramazzini, Michelangelo Fardella, Giovan Battista Boccabadati, Ludovico Antonio Muratori e più tardi, Michele Tiraboschi, Paolo Ruffini, Giovan Battista Venturi, Antonio Moreali. Trasformata nel 1817 in Reale Accademia e quindi, nel dopoguerra, in Accademia Nazionale, già ospitata presso lo Studio Pubblico San Carlo, sede dell’Università, dal 1939 essa è ubicata nello splendido Palazzo Coccapani (corso Vittorio Emanuele 59), sede anche del Centro Linguistico d’Ateneo.