La manifestazione degli studenti medi ed universitari di venerdì 8 ottobre, insieme allo sciopero della Scuola e dell’Università promosso dalla Flc/Cgil, è stata la risposta più forte contro i tagli a istruzione pubblica, università e ricerca, registrata nella nostra provincia dalla fine del 2008 ad oggi.

La partecipazione dell’assessore comunale Querzè alla manifestazione e l’incontro successivo degli studenti (al termine della manifestazione) in Provincia con l’assessore Malaguti e il presidente Sabattini, si sono svolti nel rispetto di un alto profilo istituzionale e nel rispetto delle prerogative degli amministratori di incontrare in qualsiasi luogo e in qualsiasi forma tutte le componenti della cittadinanza che avanzano rivendicazioni e richieste.

Lo stesso presidente della Repubblica Napolitano, in apertura dell’anno scolastico, davanti a una piazza di studenti, ha stigmatizzato i tagli alla scuola pubblica e alla ricerca.

Di fronte ai tagli predisposti dalla legge 133/08, dalla riforma delle scuole superiori del 2010, e dal Ddl Gelmini sull’università, che comportano 8 miliardi di euro in meno alla scuola pubblica e all’università nel triennio 2009-11, 132.000 posti di lavoro in meno nella scuola con conseguenti licenziamenti di massa di precari (docenti e Ata), i consiglieri modenesi del PdL chiedono le dimissioni dell’assessore comunale per distrarre l’opinione pubblica dal vero problema, mentre sono latitanti dal 2008 sulle risposte da dare al mondo della scuola, agli studenti, alle famiglie, ai ricercatori.

Si sono mai chiesti come mai solo il 3% delle famiglie italiane (lo 0,3% a Modena) ha scelto il maestro unico, che negli intenti del Ministro Gelmini dovrebbe essere il migliore modello pedagogico ?

Dove sono gli insegnanti statali che dovrebbero arrivare dal Ministero per i 220 bambini modenesi della scuola dell’infanzia che, in assenza di assegnazioni, si vedono negato un loro diritto? Cosa ne dice l’opposizione sull’abbassamento dell’obbligo scolastico di nuovo a 15 anni (non più a 16) in una società europea che va verso invece l’innalzamento dell’obbligo a 18 anni?

Si sono mai chiesti perché i Rettori delle Università italiane stanno richiedendo modifiche al Ddl Gelmini? Come mai il Governo chiude Enti di ricerca che si occupano di sicurezza sui luoghi di lavoro?

I Consiglieri del PdL hanno mai incontrato il mondo della scuola e dell’Università entrando nel merito dei contenuti? La risposta è NO. Non ci sono giustificazioni di carattere pedagogico-didattico a supporto di riforme che sono state presentate come l’entrata in Europa della scuola italiana, che altro non sono che tagli lineari a risorse e personale.

Gli oltre 600 studenti modenesi presenti in piazza l’8 ottobre, che facevano riferimento a varie associazioni studentesche, chiedevano e chiedono un confronto anche con gli Enti Locali, oltre che manifestare il loro dissenso. Nessuno dei consiglieri di opposizione (PdL e Lega Nord) era presente in piazza o in qualsiasi altro luogo per incontrarLi.

Un ruolo di rappresentanza delle istanze sociali, questo sì, che spetta anche ai consiglieri comunali eletti dai cittadini. Quindi la si smetta di accusare le istituzioni e si parli dei problemi reali della scuola, dell’università e della ricerca pubblica in Italia e a Modena.

(Stefano Colombini, segretario sindacato scuola-università-ricerca Flc/Cgil Modena)