“Partito dalla propria terra come studente straniero (il suo primo desiderio era quello di studiare in Italia, sogno che è riuscito a realizzare), ha avuto la forza di diventare un bravo medico, un volontario impegnato (a partire dall’Associazione Angela Serra), un sindacalista dei medici di famiglia, un operatore attivo nell’ambito della cooperazione internazionale (tra l’altro con il progetto Modena incontra Jenin). Ghassan Daya è diventato un modenese ‘esemplare'”.

Con questa motivazione, il Premio Città di Modena 2010 è stato assegnato a Ghassan Daya, nato a Tartous (Siria) nel 1949 e deceduto a Modena nel 2008, dalla speciale Commissione composta dal sindaco, dall’arcivescovo, dal prefetto, dal presidente del Tribunale e dal rettore dell’Università di Modena. Il Premio sarà consegnato alla moglie Paola e alla figlia Lisa nella Sala del Consiglio comunale con una breve cerimonia in programma domani, venerdì 26 novembre alle 11.30.

Nella scheda che accompagna le motivazioni del conferimento del premio si legge: “Ghassan Daya ha dedicato la propria vita alla professione medica e ai rapporti con la sua terra di origine: la Siria. Per quanto riguarda la sua professione si è fatto promotore, con i colleghi e l’Ausl, del Servizio di continuità assistenziale e dell’assistenza domiciliare ai malati terminali, e anche quando ricopriva il ruolo di rappresentante sindacale dei medici di medicina generale, si è sempre posto davanti alle questioni di salute pubblica con l’ottica del professionista che ha l’obiettivo di dare un buon servizio alla collettività e che vede nel paziente un cittadino che ha diritto alla cura. Si è fatto promotore della nascita dell’associazionismo fra medici di famiglia e dell’introduzione dell’informatica negli ambulatori. A lui – prosegue la scheda – si deve anche la creazione, nel territorio modenese, di nuovi modelli assistenziali nel campo delle cure domiciliari, palliative, del diabete e dell’integrazione fra assistenza ospedaliera e territoriale. Ghassan Daya ha saputo, nello svolgimento della propria attività, coniugare nel modo migliore la professionalità e la sensibilità umana con l’opportunità di vivere il proprio lavoro rimanendo al passo coi tempi, spesso anticipandone l’evoluzione”.

Ghassan Daya è stato tra i fondatori e ha presieduto dal 1987 al 1994 l’associazione Angela Serra per la ricerca sul cancro, è stato membro della Commissione provinciale del registro tumori, della Commissione oncologica provinciale, della Commissione Assistenza a domicilio della Lega italiana per la lotta contro i tumori della Provincia di Modena.

In qualità di rappresentante dell’Amministrazione provinciale il medico siriano è stato eletto nel Comitato sezionale della Lega italiana per la lotta contro i tumori.

È stato inoltre uno dei principali attuatori del servizio di assistenza domiciliare oncologica provinciale, cui ha dedicato gran parte della sua attività professionale.

Ghassan Daya ha affiancato alla professione un’intensa attività volta a mantenere i legami con il popolo palestinese, e ha collaborato con la cooperazione internazionale per sostenere la comunità di Jenin in Cisgiordania. “Il suo sogno – spiega la scheda di candidatura al premio – è sempre stato quello di riuscire a realizzare qualcosa di importante in terra palestinese. Questo desiderio si è avverato attraverso la moglie e la figlia e grazie alla organizzazione non governativa Nexus Emilia Romagna, responsabile del progetto per la ristrutturazione di un asilo in Jenin. Dopo la morte di Daya, l’8 di ottobre 2008 a 59 anni, è stata, infatti, avviata una raccolta di fondi in sua memoria che ha consentito di ristrutturare un asilo a Jenin, inaugurato nel dicembre 2009 alla presenza della moglie Paola, e di acquistare materiale scolastico per 102 bambini”.