Apprendiamo a mezzo stampa dell’intenzione del Comune di Modena di tagliare il costo dei servizi bibliotecari, con particolare riferimento alla Biblioteca comunale Delfini. Filcams e Funzione Pubblica CGIL segnalano che il tema non è stato oggetto di nessuna comunicazione dell’Amministrazione modenese alle parti sociali impegnate nella discussione con quell’Ente rispetto al futuro bilancio comunale.

Da quanto appare negli articoli pubblicati, viene escluso un intervento sull’acquisto di libri e riviste, mentre viene considerata come area da privilegiare per i tagli quella delle iniziative culturali, quella della riduzione della temperatura degli ambienti e soprattutto quella dei “…maxi appalti affidati alle cooperative di servizi…”.

Nello specifico i cosiddetti “maxi appalti” del Sistema Bibliotecario sono gestiti da due distinte cooperative di Bologna, che occupano complessivamente 20 lavoratrici e lavoratori assunti con contratti part-time, per retribuzioni trai 600 ed i 900 euro mensili.

A questi si aggiungono 8 contratti a progetto utilizzati come “Jolly”, con prestazioni ultraflessibili. Infine non possono essere tralasciate le addette delle pulizie, dipendenti di una grande Spa bolognese, anch’esse part-time.

Si parla quindi complessivamente di oltre 30 persone.

Quando si uscirà dagli annunci a mezzo stampa, per affrontare le questioni nelle sedi proprie, Filcams e FP CGIL di Modena chiederanno all’Amministrazione di rinunciare ad attuare interventi che comportino tagli all’occupazione ed al reddito di lavoratrici e lavoratori precari e sottopagati, che operano negli appalti voluti negli anni dal Comune di Modena.

(FP/Cgil e Filcams/Cgil Modena)